La nuova tassa sulla raccolta dei rifiuti, la Tares, rischia di incidere più dell’Imu sul bilancio delle famiglie. Nella riunione del Consiglio dei ministri di mercoledì si è discusso della possibilità di rinviare la messa a regime della tassa sui rifiuti, ma il governo non si è pronunciato.
La nuova Tares rischia di mettere in difficoltà le famiglie con un aumento, rispetto alle vecchie Tarsu e Tia del 2012 calcolato nella misura del 36 per cento: in totale l’ aggravio sarebbe di 1,8 miliardi rispetto al 2012. Il punto è che la Tares introdotta dal governo Berlusconi e confermata da Monti con il «Salva Italia», appesantisce il metodo di calcolo e la base imponibile delle vecchie Tarsu e Tia.
In primo luogo la Tares si pagherà sull’ 80 per cento della superficie calpestabile (le vecchie tasse-rifiuti invece sulla superficie dichiarata). Inoltre la Tares è gravata di un «balzello» di 30 centesimi al metro quadrato (che discrezionalmente può essere portato a 40) che andrà a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni (manutenzione delle strade, illuminazione pubblica ecc.).
La questione tasse comincia a profilarsi come una vera e propria emergenza e si corre il rischio di una stangata estiva da oltre 30 miliardi. Ieri il leader della Cgil Susanna Camusso ha avvertito che a giugno si profila «un concentrato di scadenze che può diventare una miscela esplosiva: Imu, Tares e lo scatto di un altro punto di Iva».
f.angelini
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