Se pensate di avere saziato la vostra curiosità archeologica e culturale sui segreti di Varese, convinti che sul nostro territorio non ci sia più nulla da scoprire, mi spiace comunicarvi che manca ancora qualche tassello del puzzle.
C’era una volta un santuario antico e un pozzo magico. Il tutto nascosto dalla natura ed avvolto nella leggenda. Sembrerebbe l’inizio di una favola, ma in realtà questo luogo (da favola) esiste davvero e resta ancora una perla poco conosciuta.
Siamo sulla cima più elevata del territorio di Malnate, su un piccolo massiccio collinare chiamato Monte Morone che si estende verso nord, più precisamente al confine con il comune di Cagno. Questo luogo è ben noto ai malnatesi per storia e tradizioni, una delle quali ricorda che nella notte tra il 24 e 25 marzo risuonavano per le vie di Malnate le preghiere alla Vergine, che invitavano tutte le donne del paese a recarsi l’indomani mattina dalla Madonna della chiesetta di Monte Morone per la festa dell’Annunciazione.
Questa festa resta ancora molto cara agli abitanti, che tramandano ancora ai figli e ai nipoti la credenza che tutti i bambini provenissero dal pozzo di Monte Morone. Percorrendo un lungo viale a tornanti, contornato da un folto bosco, si giunge in questo luogo disconnesso dalla nevrosi urbana. Ciò che caratterizza Monte Morone è appunto la torre campanaria e la chiesetta ad essa adiacente, meta di pellegrinaggi e preghiera.
Col passare dei secoli, è sorta attorno ad entrambe queste costruzioni antiche un’elegante struttura edificata nel XVII secolo. La villa, infatti, ingloba al suo interno e costudisce come un tesoro la torre campanaria risalente all’epoca romana, e la piccola chiesina risalente al periodo longobardo del VIII secolo. La torre è la parte più antica e faceva parte di un ampio sistema di fortificazioni finalizzato alla difesa del territorio. Questa in particolare aveva il compito di sorvegliare la valle dell’Olona.
Contornata da ben 25 ettari di parco, la villa rimane così isolata ed immersa in un’atmosfera intima e quasi spirituale. Il prato all’inglese accompagna all’ingresso il visitatore che, da un esterno elegante e più moderno, passa subito ad un interno che alterna antiche murature affrescate di pietra e ciottoli ad inserti più recenti e contemporanei. Il campanile e la chiesa fanno quindi parte integrante dell’abitato, raccontando ad ogni angolo una storia, una leggenda. Una di queste è legata ad una bellissima cisterna, ancora integra, risalente all’età tardo romana. Da questa cisterna attingeva l’acqua il famoso pozzo di Monte Morone, dal quale proverrebbero, secondo la leggenda, tutti i bambini nati a Malnate. Un luogo legato alla procreazione, quindi, meta di pellegrinaggio di tante donne in gravidanza devote alla Santa Maria della Cintola. E’ ancora tradizione infatti, in segno di buon auspicio, donare alla Madonna lignea del 400 un cuoricino di argento al fine di ricevere protezione nel corso della gravidanza.
Di età longobarda è invece il nucleo originario della chiesa, periodo testimoniato da alcune caratteristiche strutturali come l’altare squadrato. La prima testimonianza scritta dell’esistenza del santuario risale al 1218 nel Capitolo di San Vittore di Varese, ma bisognerà aspettare la fine del Cinquecento per avere testimonianze più dettagliate al riguardo. Nel 1574, infatti, vennero stese le prime scrupolose relazioni dall’Arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo, venuto in visita pastorale al santuario di Monte Morone. In questa occasione l’Arcivescovo notò che l’Oratorio era privo di una sacrestia, cosa inusuale ed inaccettabile per i tempi. Ordinò quindi, a seguito della sua seconda visita nel 1584, di trasformare l’abitazione dei massari in sacrestia. Dal 1910 la Chiesa venne privatizzata ma questo non impedì all’antica tradizione del giorno dell’Annunciazione di proseguire. Continuarono quindi i pellegrinaggi del 25 marzo dei devoti alla Madonna. I restauri degli ultimi anni hanno permesso di portare alla luce numerosi affreschi distribuiti sulle varie pareti, ed è stato possibile riportare alla luce i materiali primitivi delle varie costruzioni, soprattutto per quanto riguarda la torre campanaria. Tutti questi interventi hanno permesso l’accurata rivalutazione di un capitale artistico lombardo e hanno regalato ai visitatori la possibilità di accedervi e ammirarne le bellezze.
Oggi Villa Monte Morone, pur mantenendo la sua peculiare attrazione culturale, è sede prestigiosa di organizzazione di eventi e soprattutto di matrimoni. L’ incantevole chiesetta permette in alcuni casi agli sposi di celebrare il rito in un clima raccolto ed intimo e di proseguire con il ricevimento nella stessa location, usufruendo dell’esterno della Villa, dotato di una grande tensostruttura in legno bianco, e del grande parco con piscina. Un luogo unico insomma, dove il passato e il futuro, la leggenda e la realtà, si fondono insieme creando un’atmosfera da sogno.
Per informazioni potete visitare il sito web http://www.villamontemorone.it o scrivere a: [email protected] , tel. 335/6133337.