CANTELLO Dopo anni di crescita un primo calo. Anche se leggero. Alla fine del 2012, infatti, il numero dei frontalieri in Ticino è diminuito su base trimestrale. Se nel terzo trimestre dello scorso anno, infatti, gli italiani, soprattutto varesotti e comaschi, impiegati in Canton Ticino erano 55.879, nel quarto trimestre ne sono stati contati 55.554: 325 in meno. Rispetto all’anno precedente, analizzando cioè il rapporto tra fine 2011 e 2012, il numero complessivo dei frontalieri italiani in Ticino è comunque aumentato di 3.086 unità.
Per capire se si tratta di un cambiamento di tendenza che potrà avere effetti negativi sull’occupazione, occorrerà così osservare l’evoluzione nei prossimi mesi. Il numero dei frontalieri in Ticino, del resto, ha registrato un aumento costante dal 1999. Potrebbe così darsi che il mercato abbia ormai raggiunto il suo livello di saturazione, o che il rallentamento osservato in certi settori economici si rifletta sul ritmo delle assunzioni.
Di sicuro è un dato che fa riflettere. Anche alla luce del boom di frontalieri osservato nell’ultimo quinquennio. Periodo in cui i frontalieri sono aumentati di quasi 14.000 unità. Nell’area del Ticino, stando sempre all’Ufficio federale di statistica, un posto di lavoro su quattro è occupato da persone che quotidianamente attraversano la frontiera. Come però accade anche nel resto della Svizzera. Dove nel 2012 si contavano 264.000 frontalieri, il 4,8% in più rispetto a 12 mesi prima. Considerando l’evoluzione dal 2007, emergono differenze in base ai gruppi professionali. In forte crescita sono gli impiegati di ufficio e di commercio (+68%), i lavoratori non qualificati (+56%) e i dirigenti (+42%).
«I frontalieri – chiariscono – svolgono meno frequentemente professioni altamente qualificate e sono sottorappresentati nelle professioni accademiche». L’incremento dei frontalieri varia a seconda dei gruppi di professioni. Nell’arco di cinque anni, nei gruppi “Impiegati d’ufficio e di commercio” si è registrata una crescita del 68% mentre i “Lavoratori non qualificati” sono aumentati del 56,1%. Segno più per i “Dirigenti” (+42,1%). Dal punto di vista anagrafico, poi, si assiste alla diminuzione dei frontalieri nella fascia d’età tra i 15 e i 19 anni mentre sono sostanzialmente stabili gli altri segmenti. Il maggior numero di frontalieri, così, ha un’età che va dai 25 ai 49 anni.
b.melazzini
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