La prima unione civile è a Varese. Galimberti la celebra in ospedale

Due donne si sono dette “sì” al Circolo di fronte ad amici, medici e infermieri

– Un cuore enorme per dire “Ti amo”. Due parole non facili da pronunciare nella vita. Più difficili ancora se quello che provi è verso una persona del tuo stesso sesso. Ma l’amore, quello vero, vince sempre. Ed ha vinto anche ieri, sui pregiudizi di parte della società. E sulla malattia, che non ha impedito a due donne, che si amano, di poterlo finalmente fare non solo alla luce del sole. Ma anche agli occhi della legge.

Lei è malata. Ma questo non l’ha fermata dall’unirsi civilmente con la sua compagna. Un legame forte, quello tra due donne che amandosi hanno deciso di condividere la vita. Ma che fino a poche settimane fa non era possibile celebrare, perché in Italia non esisteva una legge che riconoscesse le coppie dello stesso sesso.

Ieri è stata celebrata a Varese la prima unione civile non solo della Città Giardino, ma di tutta la provincia. Ad unirsi due donne, che tuttavia preferiscono non rendere noti i loro nomi. Anche perché la cerimonia si è svolta all’Ospedale di Circolo. Una delle due signore è gravemente malata. Di conseguenza, hanno preferito evitare il clamore mediatico. Lasciando che venisse reso noto solo il fatto che la loro unione, dopo anni e anni in cui in Italia il loro essere coppia non veniva riconosciuto, si sia potuta finalmente celebrare.

Ad officiare la cerimonia il sindaco Davide Galimberti, che verso metà mattinata di ieri si è recato in ospedale. Per l’occasione sono state addobbate due sale della struttura ospedaliera, una per la cerimonia e l’altra per il rinfresco. Presenti durante il rito gli amici della coppia, i medici e gli infermieri. Un momento di grande gioia, insomma, per un luogo che solitamente è abituato a pochi momenti di felicità come questo.

Tutto ha contribuito a testimoniare la bellezza di questo momento, il grande sentimento che unisce le due donne. Gli addobbi erano semplici ma grandiosi. Non c’è niente infatti di semplice e grandioso come un fiore. E un enorme composizione floreale a forma di cuore campeggiava alle spalle del sindaco Galimberti, di fronte alle due donne che si univano nell’importante vincolo che, sebbene non si possa chiamare matrimonio perché la legge non equipara le unioni civili al matrimonio, ne ha tutta la sostanza e la forza.

Altri mazzi di fiori erano posti sulla scrivania utilizzata per la cerimonia. Insieme al sindaco era presente la responsabile dell’Ufficio anagrafe Nicoletta Zucchi, per ratificare l’unione nel registro di stato civile.

Le due donne da ieri sono la prima coppia gay ufficialmente unita civilmente a Varese.

«Finalmente grazie alla Legge Cirinnà il nostro Paese ha colmato una grande lacuna – ha spiegato il sindaco – in questo modo siamo più moderni e ci avviciniamo di più ai Paesi europei».