S’è visto l’animus pugnandi. Finalmente la Pro Patria ha messo in rilievo il suo spirito combattivo, di squadra che vuole risalire la classifica, una squadra che non è rassegnata. Nelle gare precedenti non si era mai visto. Una squadra che ha evidenziato, però, anche i suoi difetti congeniti soprattutto in difesa. Troppo facile per il Pavia bucare la retroguardia tigrotta.
Migliorato il centrocampo con l’innesto di Calzi che, se avesse al suo fianco Arati e Bovi messi stranamente fuori rosa, la Pro potrebbe dire ancora la sua per il prosieguo del campionato. Purtroppo a Busto ci si fa del male da soli e finché Vavassori non userà la ramazza, i colori biancoblù non potranno andare lontano.
Al 5’ la Pro ha l’opportunità di passare in vantaggio con Guglielmotti lesto nel capire le intenzioni di Cardin con l’improvvido
retropassaggio al portiere Facchin; il terzino tigrotto supera in dribbling l’estremo difensore pavese, ma non riesce a concludere a rete guadagnando solo un calcio d’angolo. L’acuto del Pavia arriva al 21’ con un destro dal limite di Ferretti che va a colpire la base del palo della porta di Melillo. E dopo due minuti sbatte sul legno tigrotto un delizioso passaggio di Ferretti con Malomo che sbaglia a porta spalancata. Non sbaglia Ferretti al 23’ su servizio di Corvesi che approfitta di un rinvio errato di Taino. Immediata la reazione biancoblù con Blaclet che mette in rete un assist di testa di Serafini ben imbeccato, libero in area, da un traversone di Candido.
Azione da manuale della Pro al 37’ su contropiede. Botturi lancia Baclet sulla destra che indirizza al centro, la difesa pavese va in ansia e Candido dalle retrovie la sorprende con piattone che va nel sette. Un minuto dopo potrebbe triplicare ancora con Candido che serve a Serafini un pallone che il capitano manda di pochi millimetro sopra la traversa.
Paratona di Melillo al 3’ della ripresa su Melillo, ma sulla respinta del portiere il Pavia recupera palla e con Ferretti raggiunge il pareggio con destro dentro l’area. E la Pro rimane in dieci per l’espulsione di Giorno. E con la facilità da oratorio il Pavia va in vantaggio con Soncin al 9’ tutto libero davanti a Melillo e ben servito da Corvesi. Va fuori anche Botturi col rosso e, sotto di due uomini, la Pro mette alle corde il Pavia e sfiora il pareggio in un paio di occasioni. Ci si mette anche l’arbitro con delle decisioni cervellotiche che indispettiscono i giocatori tigrotti ed anche il pubblico. Un arbitro che arriva da Bergamo e domenica la Pro gioca una gara decisiva con l’Albinoleffe. Coincidenze? Come diceva quel tale a pensare male si pecca, ma a volte ci si azzecca.