VARESE Dopo sette anni di «purga» il guerriero lumbard torna rientra nei ranghi. Max Ferrari torna ad essere militante della Lega Nord. La sua richiesta è stata infatti approvata durante l’ultima riunione del direttivo provinciale della Lega, durante il quale sono passate in tutto venti richieste.
Militante leghista dal 1989, ex direttore del TGNord di TelePadania, era stato espulso dal Carroccio nel 2006, dopo aver guidato la prima «resistenza» alla dirigenza bossiana, che era culminata nel famoso «assalto»
in via Bellerio.
Ferrari e un gruppo di dissidenti erano entrati nel quartier generale leghista per contestare la linea politica della Lega. Famoso lo scontro e gli insulti tra Ferrari e Rosi Mauro. Le conseguenze per il varesino erano state naturalmente l’espulsione.
Dopodiché inizia la parabola esterna, con il tentativo di creare un nuovo soggetto politico che riprendesse le battaglie dimenticate dal Carroccio: il Fronte Indipendentista Lombardia prima e Fronte Lombardia Autonoma dopo. Dal 2010 il ritorno in Lega, come socio sostenitore. Oggi il rientro appieno. Per lui che, anche fuori, non ha mai abbandonato i suoi ideali.
«Sono molto soddisfatto di questa decisione dei vertici lombardi della Lega Nord. Posso dire che tutto sommato mi ritengo un “maroniano” ante litteram, in quanto particolari situazioni che avevo posto in evidenza prima della mia espulsione sono state affrontate e risolte dall’attuale segretario federale Roberto Maroni. Un ringraziamanto particolare va a Giancarlo Giorgetti che ha creduto potessi tornare a dare il mio contributo dentro al movimento» dichiara Max Ferrari.
«Nel movimento registriamo un aumento delle richieste di partecipazione militante, segno che la Lega continua ad attirare la gente grazie ai suoi obiettivi e ai progetti proposti dal segretario Maroni: Macroregione e trattenimento di almeno il 75% delle tasse in Lombardia su tutti – dichiara il segretario provinciale Matteo Bianchi – un altro aspetto non trascurabile, oltre ai nuovi militanti, è il rientro di chi a suo tempo aveva subìto delle espulsioni. Questo perchè la Lega tende a includere, non escludere. Di certo non possiamo tollerare chi per acquisire posizioni di potere o perseguire interessi personali tende a creare tensioni e fomentare divisioni interne. Oggi la Lega si trova nella posizione di dovere dare risposte concrete ai cittadini e non ha tempo di occuparsi di certe piccolezze. Ma proprio la riammissione dei militanti espulsi dimostra che chi è capace di comprendere gli errori commessi, riavvicinarsi al movimento lavorando per obiettivi comuni e compiere il suo percorso su basi nuove può ritrovare spazio in un movimento che sempre tende a includere chi vuole seriamente lavorare». Marco Tavazzi
s.bartolini
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