L’Unità Operativa di Radiologia del Presidio Ospedaliero di Saronno ha una storia antica: nasce infatti con l’ospedale stesso. Nel corso dei decenni si è progressivamente aggiornata in rapporto con quelli che sono stati i miglioramenti della tecnologia e della scienza radiologica.
Oggi è, quindi, una Unità Operativa che dispone di apparecchiature di buonissimo livello che saranno, nei prossimi mesi, ulteriormente implementate. Di fianco a quella che possiamo definire radiologia convenzionale, esistono delle tecniche speciali, le cosiddette alte tecnologie, come la TAC e la risonanza, a cui si aggiungono l’ecografia e la diagnostica mininvasiva.
Nello specifico, per quanto riguarda la TC, uno degli apparecchi attualmente disponibili è in attesa di essere sostituito con uno di ultima generazione, top di gamma.
“Lo scopo del nostro lavoro è quello di soddisfare le esigenze dei nostri reparti, ambulatori e del Pronto Soccorso, in primis, oltre le richieste che dal territorio e dai MMG, afferiscono alla nostra Struttura Complessa e fornire, qualora necessario supporto diagnostico alle varie Strutture Complesse degli altri tre Presidi Ospedalieri di ASST Valle Olona”, spiega il Dott. Giosuè Ceriani, Direttore della Struttura Complessa di Radiologia dell’Ospedale di Saronno, “Collaboriamo quindi per abbattere sia le liste d’attesa che quelle di galleggiamento”.
I cambi generazionali legati al pensionamento di numerosi Medici di Medicina Generale ha causato un minor “contatto” tra gli specialisti radiologi e i medici di famiglia, attività che aveva lo scopo da un lato di calmierare e dall’altro di “limitare” le richieste di esami inappropriate.
La Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica ha comunicato un dato significativo: l’82% circa degli esami richiesti vengono refertati come negativi. Ciò significa che le richieste non sono sempre appropriate. Lavorare su questo fronte sarebbe già sufficiente per risolvere in buona parte il problema annoso delle liste d’attesa.
“A fronte dell’82% degli esami negativi, il restante “paga il prezzo” dei tempi di attesa”, sottolinea il Dott. Ceriani.
Come Struttura Complessa di Radiologia, sul campo sia delle prestazioni rivolte ai pazienti ricoverati sia agli utenti degli ambulatori, si è valutata la possibilità di ampliare e diversificare la tipologia di prestazioni integrative dell’attività ordinaria.
“Per esempio, abbiamo richiesto ed ottenuto un nuovo apparecchio di ortopantomografia di ultima generazione in grado di integrare l’imaging convenzionale standard (ortopantomografia e teleradiografia del cranio) con tecniche innovative come la Cone beam e la TC massiccio facciale in stazione eretta integrata da TC delle regioni articolari temporomandobolari; grazie all’introduzione di questo strumento abbiamo registrato un incremento nel flusso e nella tipologia delle richieste cui siamo in grado di rispondere nel miglior modo possibile”, spiega il Dott. Ceriani.
La Struttura Complessa di Radiologia, ha caldeggiato l’acquisizione S.C. di apparecchiature di ultima generazione in grado di quantificare gli stati di osteoporosi; “Se questo apparecchio entrerà nella nostra dotazione consentiremo agli utenti del nostro territorio di evitare lunghi “pellegrinaggi” alla ricerca di una prestazione ”, afferma il Dott. Ceriani, “perché, va sottolineato, non sempre il comparto privato è in grado di rispondere proattivamente alle necessità della popolazione, tenendo conto dei già menzionati tempi d’attesa”.
Per quanto concerne l’ambito della Risonanza Magnetica, anche in questo caso si è deciso di allargare il ventaglio delle prestazioni con esami come la RMN di mammella, cuore, prostata, per citarne alcuni, che non tutte le strutture sanitarie oggi, sono in grado di garantire. E questo può fare la differenza, se visto con l’occhio dell’utente.
“Ciò consente un afflusso, nella nostra Unità Operativa, di pazienti che provengono da altre realtà sanitarie anche da fuori Regione; in questo modo forniamo da un lato un servizio e dall’altro uno stimolo nei confronti delle altre unità ospedaliere”, afferma il Dott. Ceriani “Da sempre siamo più che disponibili a formare radiologi che desiderano perfezionarsi nell’uso di questo tipo di metodiche, cosa che per altro già facciamo con l’Università degli Studi dell’Insubria, per la formazione dei futuri TSRM, durante le attività di tirocinio”.
Dal 2000 ad oggi l’attività di diagnostica senologica, in adesione al progetto screening mammografico di Regione Lombardia, portata avanti da Professionisti Sanitari (Medici, Tecnici di Radiologia ed Infermieri) adeguatamente formati e sensibili a tale tematica, ha garantito ottimo riscontro da parte delle utenti aderenti al progetto.
La collaborazione con la Struttura Complessa di Chirurgia per la parte clinica e chirurgica (Breast Unit) consente alle utenti una presa in carico totale, anche da un punto di vista terapeutico ed assistenziale, oltre che per gli aspetti psicologici, in collaborazione con la Struttura Complessa di Oncologia.
Tutte queste attività sono rese più agevoli anche grazie alla preziosa collaborazione offerta dalle volontarie dell’Associazione LILT che collaborano attivamente insieme al personale sanitario.
Infine, per quanto riguarda esami specifici che coinvolgono il colon, presso la Radiologia di Saronno si interviene con la Colon-TAC virtuale: tramite l’uso di software dedicati e implementati nelle apparecchiature in uso, si ricostruiscono immagini precise e ad altissima risoluzione che, un domani, guideranno il chirurgo in modo millimetrico laddove si dovesse palesare la necessità di intervenire.
Attraverso l’implementazione delle apparecchiature negli anni e l’esperienza dei vari direttori che si sono succeduti, oggi l’Ospedale di Saronno raccoglie il frutto di tanto lavoro del passato ed è per tante prestazioni una eccellenza in ambito radiologico, in grado di attrarre specializzandi e professionisti da altre realtà ospedaliere, ma soprattutto è un punto di riferimento sicuro per molti utenti che qui trovano la possibilità di usufruire di tali prestazioni, per alcune delle quali il bacino di utenza supera i confini geografici regionali.
“Alla base di questo lavoro c’è la scelta di valorizzare la disponibilità e l’attitudine degli specialisti radiologi in ambiti ben specifici (il radiologo tuttologo non esiste più); favorire e incentivare le naturali inclinazioni dei professionisti evidentemente potenzia l’immagine dell’ospedale, gratifica gli operatori, risponde alla richiesta di pazienti, spesso alla ricerca della struttura dove svolgere l’iter diagnostico indicato dallo specialista di settore”, conclude il Dott. Ceriani.