È stato smascherato il rapinatore che avrebbe rapinato il “Briko Ok” di Malnate lo scorso 11 febbraio. I carabinieri della Compagnia di Cantù hanno infatti individuato in Luigi Panvini, classe 1972 domiciliato a Lozza, l’autore materiale del colpo, passamontagna e pistola in pugno, andato in scena lungo la Briantea di Malnate. Panvini farebbe parte, secondo la ricostruzione investigativa, della banda di rapinatori che per alcuni mesi ha imperversato tra le province di Como e di Varese. L’arresto gli è stato notificato in carcere, dove già si trova insieme ai suoi presunti complici.
Una “batteria” di rapinatori che avrebbe messo a segno diverse rapine. In manette erano finiti nei mesi scorsi, grazie all’attività svolta dai carabinieri della Compagnia di Cantù, Salvatore Galletti 56 anni di Beregazzo con Figliaro, già noto alle forze dell’ordine (arrestato anche nell’ambito de “I fiori della notte di San Vito”), Salvatore Nazzareno Longo, 48 anni di Malnate.
Gli inquirenti hanno affibbiato altri colpi alla banda: ritengono infatti che i tre abbiano commesso in concorso la rapina a mano armata anche la “Reale sala slot” di Olgiate Comasco il 3 settembre 2016, a bordo di una Fiat Panda provento di furto commesso lo stesso giorno a Lurate Caccivio. Il bottino era stato di circa 10 mila euro.
Inoltre, sul solo Panvini sarebbero stati raccolti gravi indizi di colpevolezza rispetto alla rapina commessa con passamontagna e pistola al Brico Ok di Malnate dell’11 febbraio scorso e quella al Md Market del 30 giugno in provincia di Como. Due colpi che avrebbero fruttato rispettivamente 2000 euro e 450 euro.
I tre uomini erano stati arrestati per altri episodi. Secondo la ricostruzione la banda si sarebbe resa responsabile, pistola in pugno, della rapina alla tabaccheria Bellò di Cassina Rizzardi il 5 Settembre, dell’Eurospin di Malnate il 27 Settembre, della Sala Slot “Vincere” di Olgiate Comasco il 28 settembre, dell’Eurospin di Villa Guardia e della tentata rapina al Carrefour di Varese il 14 ottobre.
Tali misure cautelari erano state emesse dal Tribunale di Como all’esito di una complessa attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Como e condotta dal personale della stazione di Fino Mornasco.