«Vigileremo sulla situazione. Intanto, prima dell’affidamento vero e proprio, ci sono ancora 35 giorni».
, tra i fondatori del Comitato Varese 2.0, che ha portato avanti battaglia e raccolta firme contro la realizzazione dell’autosilo, è tranquillo.
«Subito dopo Ferragosto ci troveremo e decideremo come muoverci – sostiene – stiamo valutando, come ci è stato proposto dal “Comitato No Parcheggio alla Prima Cappella”, anche la possibilità di ricorsi o esposti. Ma sono cose non facili. Diciamo che tuttavia, per il momento, il cantiere è ancora molto lontano. E dal momento che l’appalto è stato fatto con molta fretta, perché l’amministrazione aveva l’urgenza di far partire l’opera, i paletti messi al bando erano molto labili. Di conseguenza vediamo cosa succederà».
Insomma, il Comitato, che vede anche la presenza di , , , , ed tra i fondatori, non si dà per vinto. E così anche le altre realtà nate contro il parcheggio.
«Da oggi il nostro impegno s’intensifica – scrivono sul profilo Facebook gli esponenti del “Comitato No Parcheggio alla Prima Cappella” – Sia per quanto riguarda lo studio approfondito dei trascorsi (ricostruzione dell’Accordo di Programma, eventuali violazioni degli accordi Unesco sulle zone, disamina della gara d’appalto nei dettagli, acquisizione del terreno da amici, …) sia per quello che succederà a partire dall’apertura del cantiere. Per cominciare, il rispetto degli impegni presi a partire dai promessi trapianti delle piante di pregio di cui progettisti e ente appaltante si sono fatti vanto».
«Come prima e urgente azione ci permettiamo di rivolgere un invito al Comitato #Varese 2.0 per il lancio di una iniziativa verso il prefetto di Milano affinché consideri la possibilità di un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar di Milano del 9 luglio scorso in cui viene sospesa in via definitiva l’interdizione antimafia per la ditta».
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