Varese (per ora) non vieta i fuochi d’artificio a Capodanno, ma sia gli animalisti che l’assessore regionale all’Ambiente invitano invece a farlo. Per ragioni diverse, ma la polemica sulla notte di San Silvestro è comunque scoppiata. È di martedì la decisione dell’amministrazione di non vietare, come invece accade in altre città d’Italia, i cosiddetti “botti di fine anno”. Sono una tradizione consolidata e anche uno spettacolo piacevole a cui assistere. Non se sei un quattrozampe, però, e se il livello di inquinanti nell’aria desta più preoccupazione del solito. Sono queste le due variabili che la giunta potrebbe tenere in considerazione per rivedere la decisione nella seduta della settimana prossima.
«Non c’è alcuna urgenza – spiega l’assessore alla tutela ambientale – Sotto il profilo dell’inquinamento possiamo stare tranquilli. A differenza di altre città, i valori di Varese sono nella norma e non destano particolari preoccupazioni. Se così non fosse a ridosso di Capodanno, valuteremo il da farsi». L’allarme sulla qualità dell’aria è stato lanciato anche dall’assessore regionale all’ambiente , che in una lettera invita i sindaci dei comuni Lombardi a rivedere le decisioni prese in merito ai botti di fine anno.
«In questa condizione è importante ridurre ogni ulteriore possibile fonte d’immissione di gas e particolati atmosferici – scrive – Tra queste fonti si richiamiamo, per il loro peso in termini quantitativi e qualitativi, i fuochi artificiali e i giochi pirotecnici di fine anno. Questi rappresentano una fonte molto importante d’inquinanti e determinano il raggiungimento di valori di picco elevati e un notevole peggioramento della qualità dell’aria». Come evidenziato da Arpa Lombardia, anche la qualità degli inquinanti prodotti negli scoppi è particolarmente nociva.
«È particolarmente importante in questa fase – aggiunge l’assessore – limitare al massimo o vietare lo svolgimento dei fuochi artificiali o pirotecnici. Richiamo in ultimo il valore dell’iniziativa che vorrà assumere anche in relazione al positivo effetto delle misure sull’incolumità e il benessere delle persone oltreché degli animali domestici e della fauna in genere». Proprio i proprietari di animali domestici sono i più accaniti nel chiedere al sindaco un’ordinanza. «Ho sempre avuto cani e non ho mai avuto alcun problema – dice Santinon – É ora che si impari che un cane non è un peluche, bisogna dedicargli del tempo, prendersene cura e se necessario, insegnargli a sopportare i botti e il mondo che ci circonda». Vero in linea teorica ma non in pratica. «Un discorso sono i fuochi d’artificio e un altro sono i botti – spiega , educatrice del centro cinofilo varesino – Entrambi creano spavento negli animali, ma i secondi non sono altrettanto belli da vedere, sono pericolosi e si potrebbero evitare».
Un compromesso accettabile, anche se non risolutivo. «Il discorso sulla desensibilizzazione dei cani è molto delicato e complesso e non può certo essere affrontato solo a ridosso di Capodanno – sottolinea – Sarebbe anche un errore generalizzare e applicare un metodo educativo fai da te. Ogni cane ha i suoi traumi che hanno origini diverse e si affrontano con l’aiuto di un esperto». Qualche accorgimento lo si può prendere, ma senza botti potrebbe essere un Capodanno migliore, per l’aria e per gli animali.