Una doccia gelata per l’amministrazione comunale che puntava forte sulla riqualificazione della ex Sottrici, tristemente nota per aver accolto negli ultimi anni almeno un paio di rave party internazionali.
E’ stato rigettato per improcedibilità l’intervento che riguardava Decathlon, il grande marchio francese dello sport. Il 28 ottobre la conferenza di servizi ragionerà anche sul secondo intervento, quello di Bricoman, ma i rappresentanti del gruppo, specializzato nei prodotti di costruzione e ristrutturazione della casa, hanno fatto già
sapere di essere pronti a rinunciare al consistente investimento nel caso in cui fosse confermato lo stop a Decathlon.
I due interventi sono, infatti, collegati l’uno all’altro: dovesse saltarne uno, anche gli altri, per questioni di comuni sinergie, ma anche per maggiori costi che graverebbero sull’altro operatore, verrebbe meno anche il “gemello”. Su questo punto , direttore dello sviluppo di Bricoman Italia è stato fin troppo chiaro: «Mi viene difficile pensare – spiega il dirigente – pensare di sobbarcarci altri costi. E’ evidente che se l’operazione Decathlon dovesse essere annullata e la nostra dovesse avere costi aggiuntivi, ce ne andremmo. Su questo non c’è dubbio». Per il momento è stata rigettata solo la richiesta degli “sportivi”, ma il legame tra i due gruppi francesi mette in dubbio tutto quanto.
Gli unici a sorridere saranno i commercianti che negli ultimi mesi hanno raccolto decine di firme per bloccare il progetto di espansione e riqualificazione urbanistica dell’area che gravita attorno al Ponte di Vedano. Commercianti che hanno espresso la loro grande preoccupazione per la concorrenza che avrebbe prodotto, secondo loro, perdita di almeno 300 posti di lavoro tra i piccoli negozi. Un progetto che prevede l’abbattimento della ex Sottrici, area in stato di abbandono e degrado, con la realizzazione di un negozio Bricoman, un punto di ristoro e dall’altra parte il punto vendita di uno dei più grandi Decathlon della Lombardia.
Il territorio rischia di perdere un grosso investimento, valutato almeno una trentina di milioni di euro, e decine di posti di lavoro. L’area, peraltro, avrebbe beneficiato di un intervento di regolamentazione e riqualificazione viabilistica con la creazione anche di un circuito di piste ciclabili che avrebbe reso la zona più fruibile. «Ci dispiace – insiste Strata – ma non ci tagliamo di certo le vene, dovessero confermare la decisione, vorrà dire che andremo a investire in un’altra provincia. Inutile poi lamentarsi però per la disoccupazione».