I vigili del fuoco su Alptransit: «Lavori partiti, ma la sicurezza resta al palo». Sabato scorso a Chiasso un problema ad una cisterna che conteneva gas. I pompieri di casa nostra si chiedono: «E se fosse successo da noi? Dateci le dotazioni per operare in caso di emergenza».
Era il 9 gennaio 2016 quando, preoccupati da quanto si stava prevedendo, ovvero il potenziamento della linea ferroviaria Gallarate-Zenna, tratta cardine di AlpTransit, i rappresentanti sindacali Cisl dei vigili del fuoco hanno lanciato un allarme.
«Milioni di euro investiti per il rifacimento infrastrutturale e davvero poco o nulla per la sicurezza – si legge nel nuovo comunicato – In questo anno abbiamo letto e sentito fiumi di parole. “Esperti nel settore sicurezza” dell’ultima ora che garantivano interventi di nuclei e risorse inesistenti». La verità è che manca addirittura un piano intercomunale di Protezione Civile. «Ci chiediamo: cosa è cambiato da allora ad oggi ? Nulla, se non che i lavori di rifacimento sono partiti,
e se i tempi verranno rispettati tra cinque mesi la linea ferroviaria riaprirà al massimo del suo potenziale – dicono i sindacalisti – Finalmente i “Super Treni” da 750 metri con i loro carichi di ogni materiale transiteranno sotto il naso di tutti, eppure la nostra richiesta non era fuori luogo: investite una piccola parte per la sicurezza, dateci la possibilità in caso di emergenza di avere le dotazioni per far fronte ad un incidente, soprattutto per quanto concerne il materiale chimico, potenziando il distaccamento di Luino». La notizia è dell’altro: ieri i pompieri elvetici, col loro nucleo chimico, sono dovuti intervenire nella stazione di Chiasso per una ferrocisterna che perdeva gas e fortunatamente dopo ore di lavoro e maestria la situazione è stata fatta rientrare nella normalità.
«La nostra domanda è: se fosse capitata da noi? Se non fosse stato un gas abbastanza gestibile ma qualcosa di peggio? Per intervenire servono uomini, mezzi qualificati e attrezzature». Conclude la nota dei rappresentanti sindacali: «Se gli interessi commerciali vengono prima della salute dei cittadini e degli operatori del soccorso, noi non ci stiamo e non ci troverete in silenzio. Invitiamo per l’ennesima volta tutte la parti private e non a trovare una soluzione con meno parole e più fatti».