Maxi-commesse in Italia per Pangborn Europe, un segnale in controtendenza: forse il settore siderurgico sta riprendendo a tirare. «Grazie a questo ordine assumeremo due giovani neo-diplomati» annuncia il direttore generale Renzo Boarino.
Normalmente non farebbe notizia il fatto che Pangborn Europe, azienda di Caronno Pertusella che produce macchine per fonderia e fa parte di una multinazionale statunitense leader negli impianti per il trattamento superfici, si sia aggiudicata due commesse per un totale di due milioni di euro per la fornitura di macchinari.
Se non fosse che entrambe le fonderie che hanno investito in queste commesse abbiano sede in Veneto, provincia di Vicenza (Fonderie di Montorso e Fonderie Vdp di Schio). «Non sono ordini che si vedono tutti i giorni – ammette l’ingegner Renzo Boarino, direttore generale di Pangborn Europe – ma la vera notizia, per un’azienda come la nostra che lavora per oltre l’80% sull’export, è che gli ordini arrivano dall’Italia. Un buon segnale anche come settore siderurgico».
Ma l’acquisizione delle due commesse in Veneto consentirà anche l’assunzione di due giovani neo-diplomati, per seguire le stringenti scadenze di consegna dei macchinari.
Uno dei due, da stagista al termine del percorso delle scuole superiori, aveva già lavorato allo sviluppo 3D del progetto realizzato per le Fonderie di Montorso. In un momento tutt’altro che roseo per il manifatturiero, in cui tutte le analisi congiunturali (dalla Camera di Commercio all’Unione degli Industriali) mettono in mostra una ripresa che, ancora una volta, tarda ad arrivare, da Caronno Pertusella giunge un segnale di fiducia.
Perché la ripresa degli investimenti sui macchinari, da parte dell’industria siderurgica nazionale, è da interpretare come un segno della volontà di rimettere in moto un settore che può essere trainante.
In questo caso Pangborn Europe conferma, secondo l’Unione Industriali di Varese, «quella capacità da sartoria siderurgica che il sistema manifatturiero varesino è in grado di mettere in campo nell’abilità di produrre per chi produce, rispondendo alle più svariate esigenze».
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