Ci vuole un colpo di reni oppure un colpo di genio. Ci vuole un’invenzione, una follia, una mattata. Ci vuole qualcosa, e ci vuole subito: prima che questa crisi si avviluppi attorno a sé stessa e trascini tutti in un buco nero sinistramente simile a quello del 2008.
Ci vuole una vittoria, certo: ma siccome le vittorie non arrivano per caso (così come le sconfitte non arrivano per sfortuna), bisogna tornare a creare le condizioni perché
possa arrivare una vittoria. Bisogna fare in modo che questa squadra ci convinca che non c’eravamo tutti sbagliati e che i botti dell’esordio non erano finti. Come? Eh, fosse facile. Convinti che a Cremona sia andata in scena la versione più brutta di Varese da qualche mese a questa parte (nemmeno la squadra di Frates aveva mai messo in campo tanta pochezza di spirito), proviamo a capire che strada prendere per tirare una riga e ricominciare.
Intervenire? E dove? Certo, cambiando quel Daniel che sembra sempre di più un corpo estraneo a questa squadra: ma per prendere un centro forte servono i soldi, quindi lasciamo perdere. Cambiando allenatore? Per carità, perché non è un caso se la Openjobmetis più spenta e svogliata dell’anno sia arrivata nella partita in cui in panchina il Poz non c’è andato.
E allora? Allora c’è bisogno di mettersi in testa che questa squadra e questa società devono trovare dentro di sé la forza per venirne fuori. Senza aspettarsi aiuti dall’alto, senza dar la colpa alla sfiga o ai giornalisti cattivi che danno le pagelle e si permettono di criticare. Le risorse – umane, ma anche caratteriali – ci sono: facciamo in modo che vengano fuori. Il credito con la gente sta per finire, così come si è esaurito il bonus degli errori a disposizione di tutti. Adesso giochiamo a basket, ok?