La stagione è già finita. Che squadra avete fatto?

Il commento di Giovanni Toia dopo la sconfitta dei Tigrotti contro la Pro Piacenza

La nona sinfonia del dolore suona come una sentenza di condanna per la Pro Patria. Ha i rintocchi della campana a morto. La nona sconfitta consecutiva su altrettante partite marchia a fuoco l’ultimo posto in classifica a zero punti dilatando il divario a sette lunghezze dalla zona playout. La sconfitta dello Speroni contro il Pro Piacenza ha messo la parola fine su una stagione che ha appena scollinato il terzo del suo cammino. Incredibile. Si sono appena giocate nove delle trentaquattro partite e per i tigrotti si è

già ormai ai titoli di coda. La discesa in serie D sembra inarrestabile e mancano ancora sette mesi al termine del campionato. A memoria d’uomo non si ricorda una stagione dalle proporzioni così disastrose e soprattutto a cammino appena cominciato e non solo per la storia tigrotta. Di questo passo la Pro Patria rischia di centrare un record negativo nel calcio professionistico dello Stivale.

La partita con il Pro Piacenza era attesa quasi come una svolta; il cogliere l’opportunità per mettere almeno un punto in classifica che non avrebbe cambiato la posizione, ma almeno avrebbe dato morale. Invece è arrivata una sconfitta contro una diretta concorrente anche se, a dirla tutta, non si vede chi possa mettere in discussione l’ultimo posto di Pisani e compagnia. E non s’intravvede chi abbia le potenzialità e l’autorevolezza per invertire una rotta che vede la barca biancoblù vicino agli scogli. Di chi le responsabilità? Di chi ha costruito una squadra senza un’idea di gioco e col metodo della raccolta delle figurine. Sembra quasi che sia stato l’album della Panini la stella polare per mettere assieme la Pro Patria. E nemmeno con la figurine che si faticano a trovare, quelle preziose, invece ci si è affidato ai doppioni. Ovvio che le responsabilità non sono di chi va in campo anche se la rabbia del pubblico si è riversata su di loro in maniera ingenerosa. Le colpe stanno tutte in chi sta dietro la scrivania per manifesta incompetenza. In coloro che detengono i due terzi delle quote sociali che dovrebbero avere il buon gusto di alzare bandiera bianca e salutare la compagnia.