La storia dell’energia a Varese Dall’Olona alla ricerca sul nucleare

Castellanza – «Il fiume Olona è stato il vero motore della Provincia di Varese. Attorno a quel corso d’acqua si è creato un intreccio fondamentale tra economia, industria e sviluppo del territorio. Un rapporto che ha profondamente caratterizzato e trasformato questa Provincia».

Il professor Pietro Macchione, curatore del volume Varese Energy, parte dal fiume non sempre limpido per parlare dell’energia che ha mosso la Provincia di Varese. Lo fa nel corso della presentazione del volume Varese Energy, quarto titolo di una collana di opere edita da Univa, che ripercorrono la storia del processo di industrializzazione della Provincia di Varese. All’inizio il fiume era un modo per trasportare merci e persone, poi si è trasformata in una ricchezza da proteggere.

«Ecco allora il sistema di fortificazioni, torri e castelli che dal Sacro Monte va fino ad Induno e poi a Castiglione Olona, Torba, Castelseprio e Fagnano Olona». Dopo i precedenti volumi “Velocità Varese”, “Immagine Varese” e “Varese Moda & Mode”, si parla ora di energia. Ed ecco che il fiume si trasforma in una forza che fa girare mulini e frantoi. Unita a quella del fuoco, che alimenta fornaci, vetrerie, industrie per la produzione di calce e mattoni, si trasforma in vapore, allargando la produttività e il numero degli insediamenti industriali in Provincia. E’ però con l’elettricità elettrica che la Provincia ha vissuto una sorta di «seconda rivoluzione industriale». Con il sorgere di imprese operanti in questo campo, ma anche di tutta una serie di infrastrutture di trasporto su ferro. «In quel periodo si creò un sistema di trasporto perfetto – spiega Pietro Macchione -. Da Varese si poteva prendere un tram che andava in qualsiasi direzione: nord, sud, est e ovest». E non fa strano, sfogliando il volume, vedere tra le molte fotografie anche un moderno Malpensa Express. Infine quello che forse è uno degli ultimi passaggi nella storia dell’energia varesina. L’energia nucleare che ha visto insediarsi in Provincia di Varese l’Euratom. Non un centro di produzione di energia nucleare, ma di ricerca scientifica nel settore, che poi ha dato vita alla Scuola Europea di Varese. Raccontando questa storia il dottor Macchione parla di un «Rinascimento varesino e lombardo. Per la prima volta, su questi territori, si sono verificate in modo ampio e diffuso le stesse eccezionali condizioni di benessere economico e sociale che nel Cinquecento avevano caratterizzato l’Italia centrale». «Ora c’è però un nuovo compito – spiega il presidente di Univa Giovanni Brugnoli – dare a quel Rinascimento un seguito e assicurare così il futuro». Il dottor Macchione fa alcuni nomi di grandi imprenditori che hanno fatto la storia del recente passato, non solo all’interno dei confini della Provincia. «Come la Franco Tosi, nata da un Bustocco con capitali e ditte bustocchi – spiega il dottor Macchione -. Un’azienda che per lungo tempo è stata la prima ditta in Lombardia a sviluppare energia. Un’impresa fondamentale nell’opera di elettrificazione dell’Italia». Oppure i Molina di Varese. «Noti per la famosa Cartiera, erano anche dentro Macchi. Apparentemente a Varese hanno chiuso, ma trasferiti in Italia centrale e a Napoli hanno finanziato studi e ricerche sugli idrocarburi nel nostro Paese». Esempi di eccellenze, non solo energetiche, tipicamente varesine.
Tiziano Scolari

p.rossetti

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