Supercoppa in Cina: caldo soffocante, schivato il tifone per pochi chilometri, campo di gioco in pessime condizioni, immagini televisive di produzione cinese così scadenti che al confronto i cinegiornali Luce degli anni ’30 sembravano le produzioni delle Majors americane, pubblico presente sugli spalti esiguo, e un’illuminazione da tempo di guerra. E tutto ciò per prendere quattro soldi e far pubblicità al nostro calcio? Complimenti. Proprio bello il calcio moderno! Ridateci il nostro calcio!
Massimo Puricelli
Castellanza
(S. Aff.) Non ce lo ridaranno mai più, ormai se lo sono preso. Comandano gli sponsor, le televisioni, i procuratori e adesso anche i fondi d’investimento, che muovono a piacimento il gigantesco Risiko del mercato globale di giocatori trasformati in asset. E la casta dei padroni del pallone è diventata come i peggiori governi autoreferenziali: fa, disfa, lucra e se ne frega di tutto il resto. La malagestione della Fifa è solo l’esempio più clamoroso: i Mondiali una volta si organizzavano,
oggi si comprano. L’operazione Shanghai per la Supercoppa italiana, infinitesima rispetto a tutto questo, è stata fallimentare sotto ogni profilo: ma nessuno in Lega Calcio, a cominciare dall’ineffabile Beretta – sempre sfiduciato a parole, sempre intoccabile esecutore al dunque – lo ammetterà mai. La colpa è un po’ anche di tutti noi: ci lasciamo blandire, cediamo alle tentazioni del tifo, preferiamo un bell’acquisto a un bel progetto. E ci abboniamo alle pay tv, alimentando la madre di tutte le sottomissioni.