La Svizzera ne vuole meno Petizione contro i frontalieri

LAVENA PONTE TRESA Restano nel mirino i frontalieri. Perché superata una minaccia, quella della Lega dei Ticinesi di Giuliano Bignasca, ne spunta subito un’altra. Che, questa volta arriva dall’Udc svizzero. Partito pronto a lanciare un’iniziativa popolare, ovvero una raccolta firme, per sostenere una proposta di legge in grado di limitare l’immigrazione reintroducendo i contingenti e rinegoziando l’accordo sulla libera circolazione con l’Unione Europea. Il partito lo ha reso noto nelle scorse ore, presentando le grandi linee del testo che sarà

proposto questo sabato all’assemblea dei delegati, che deciderà se elaborare compiutamente l’iniziativa e quindi partire con la raccolta delle firme.
Il piano d’azione è chiaro: ovvero reintrodurre tetti massimi e contingentamenti per tutte le categorie di stranieri, compresi i frontalieri, fissando i limiti annualmente a seconda dei bisogni dell’economia e stabilendo delle condizioni strette e ben definite per il rilascio dei permessi.  Il tutto in un quadro che permetta alla Svizzera di rinegoziare o anche rescindere i patti internazionali, come la libera circolazione con l’Unione europea, che risultino contrastanti con gli interessi del paese. Dovrà, inoltre, essere chiaramente affermata la priorità all’assunzione per i cittadini elvetici.  Segnali, dunque, piuttosto allarmanti se non altro per il clima, che rischia davvero di irrigidirsi. Anche in vista delle elezioni federali di ottobre.
A gettare acqua sul fuoco ci prova così l’Ufficio di presidenza della Regio Insubrica. Che ha preso posizione in merito alle recenti dichiarazioni rilasciate ai diversi livelli istituzionali e politici in Italia e in Svizzera sui temi della piazza finanziaria di Lugano e dei frontalieri che lavorano nel Cantone Ticino. La Comunità di lavoro Regio Insubrica, infatti, «si distanzia con fermezza dai toni accesi ed emozionali usati dalle parti e auspica che si privilegino modalità di dialogo franco e costruttivo, in uno spirito di comprensione e collaborazione». «La ricerca di soluzioni utili e condivise, nel rispetto e nell’interesse della popolazione al di qua e al di là del confine che oggi assiste in condizioni di disagio e di preoccupazione alle vicende evocate, – fanno sapere dalla Regio –  va perseguita con impegno e lungimiranza». La Regio Insubrica chiede così «di considerare con la dovuta attenzione e rispetto l’importante apporto che la manodopera frontaliera offre all’economia ticinese».

b.melazzini

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