– Un caffè alla Pasticceria Pirola, di via Veratti: incontriamo qui la bellissima , insegnante di danza, sceneggiatrice e attrice, perché le palme all’ingresso le ricordano, curiosamente, la città di Los Angeles dove ha scelto di vivere, ormai da dieci anni. «Ho sempre sognato Los Angeles, da quando avevo 12 anni e guardavo Twin Peaks e avevo scritto il vero diario di Laura Palmer, che mia madre trovò e distrusse». Alla fortunata serie televisiva, ideata dae , torna la giovane varesina per raccontarci com’è nato il suo sogno americano: «Sono partita tardi per la Città degli Angeli, a 25 anni, la valigia e 50 euro in tasca, e ho iniziato a lavorare, come hostess in un ristorante, il giorno stesso. Ho superato momenti difficili in questa città pensando ai miei sogni da bambina, quando “ti sposi presto”, non capisci se la città è bella o se è l’illusione, il sogno che te la fa apparire speciale».
Quando è nata la passione per la scrittura? «A scuola, al liceo scientifico di Varese, il professor mi disse che quella era la mia strada, anche se ero una ribelle». Una strada non semplice da percorrere. «Scrivere o recitare in Italia allora era difficilissimo. Ho anche lavorato a Milano come modella, ma è stata solo una parentesi, perché nel mondo della moda valorizzavano soprattutto il corpo piuttosto che le idee». E di creatività Liliana ne ha da vendere,
lo dimostra il fatto che ha iniziato a studiare danza classica a 28 anni, un’età proibitiva nel nostro paese, ma non in America, dove tutto è possibile per antonomasia: «Un giorno, per caso, accosto la macchina, mi prendo un caffè davanti ad uno studio di danza classica ed esce, in quel momento, il meraviglioso , un ballerino russo del Bolshoi di Mosca che insegnava lì e che mi chiede: “Vuoi provare?”. Dopo qualche anno sono diventata insegnante di balletto per bambini».
Ma qual è stato il segreto di questa passione “tardiva”? «La mia formazione sportiva alla Varesina, il training con , mio grande maestro, a cui ancora oggi devo molto e che è il personaggio di un mio film». Dopo la danza, infatti, ecco il cinema. «A febbraio esce il mio primo film “Lilly & James”, un short ballet drama, che è ispirato e adattato a “My friend Leonard”, romanzo uscito anche in Italia con Tea, il best seller di , scrittore che ho conosciuto, anche se solo via internet». Una produzione tutta al femminile, quella del suo film d’esordio: con, la regista che ha già ricevuto una nomination agli Academy Award per il suo “Cadillac Dreams”, la produttrice, la splendida attrice di origine russa e la musicista che firma la colonna sonora. Al film, che è una “storia d’amore, di dipendenza e redenzione attraverso l’arte”, seguirà la realizzazione di un altro film di Liliana: “Downtown train”, ispirato alla canzone di , il celebre brano reinterpretato anche da, dove musica e danza faranno la parte del leone e la danza è al servizio della storia.
La vera chicca varesina è, invece, la terza sceneggiatura, un thriller stavolta, ambientato fra Sacro Monte e New York, dove si consuma un delitto, legato ad opere d’arte: «Ho usato i ricordi che avevo del Sacro Monte, c’è il monastero, la badessa, Madre Cristina, mio omaggio alla manzoniana Monaca di Monza che trasforma il Sacro Monte in un vero e proprio centro d’arte internazionale». Un buon auspicio per il nostro sito Unesco che Liliana Isella non visita da dieci anni: «Non ho avuto la possibilità di tornare per tanti anni e ho trovato il mio quartiere di Biumo un po’ invecchiato, mentre i paesi, come Cuvio, in cui sono cresciuta, modernizzati più della città stessa, in cui ci sono molti immigrati e io per prima so che cosa significa essere immigrata». Cosa trova di diverso a Varese rispetto all’America? «Mi guardo intorno e vedo la gente vestita bene, non come gli americani che escono in ciabatte, e non solo la gente comune ma anche le celebrities». Cosa manca dell’Italia? «La mia casa ormai è a Los Angeles, ma mi manca venire più spesso in Italia, vorrei fare ’business’ qui, investendo tutte le mie energie e la mia creatività».