La varesinità che viene da lontano e va ai cuori

Che cos’è la varesinità? Rinfreschiamo la memoria, ora che la si vuole rilanciare, assieme al recupero di orgoglio, decoro, efficienza della città. Indicazioni esemplari vengono dal libro “Gli Ossola, Franco Luigi Aldo” scritto da Franco Giannantoni, Franco Ossola junior e Flavio Vanetti. Rievoca l’epopea di tre campioni, esportatori sommi del nome/ marchio locale.

La varesinità la esprime Franco, ala sinistra del Grande Torino, che chiama al telefono ogni giorno mamma Angela, le fa aprire le finestre di via Cimarosa e ascolta il suono delle campane del Bernascone. La varesinità la documenta Luigi, che, trasferito alla Roma, viene preso da acuta nostalgia: quello che a Masnago era un gioco, dice, qui è un lavoro. La varesinità la testimonia Aldo, che imputa al mancato rientro tra gli affetti di famiglia, amici e tifosi – dopo aver vinto lo spareggio del ’71 col Simmenthal per lo scudetto – la mancata conquista di un’ennesima Coppa dei Campioni, disputatasi due giorni dopo.

La varesinità è culto delle origini, sentimento d’appartenenza collettiva, mix di pragmatismo/poesia. Romanticamente, ma mica tanto: qualcosa che viene dal cuore e arriva ai cuori. Gli Ossola la simboleggiano bene, rappresentando un manifesto civico per il futuro, oltre che una gloria sportiva del passato. Li unisce una cifra di spirito umile, sobrietà di comportamento, dignità nei momenti dolorosi, modestia nelle occasioni trionfali. Hanno interpretato continuità e cambiamento, vissuto la cronaca facendo la storia. Ci hanno gratificato del dono d’una naturale/semplice grandezza, ereditata dal virtuoso dna bosino.

Usiamola. Usatela, caro sindaco e cari amministratori.