CASTELVECCANA – «Non saprei dire quante volte ho rubato, né indicare una cifra precisa in relazione al denaro che ho preso».
È stata ascoltata dal gip alle 10.30 di ieri (sabato 6 dicembre) la vigilessa di 39 anni in servizio all’ufficio di polizia locale di Castelveccana arrestata giovedì per furto dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Luino guidata dal capitano .
L’agente è stata arrestata il flagranza di reato mentre commetteva il quinto furto. Dopo i saccheggi ai danni delle casse dell’economato del Comune e del portafoglio dell’addetta alle pulizie degli uffici municipali, il sindaco aveva fatto denuncia ai carabinieri che avevano posizionato delle telecamere nascoste. La donna è stata arrestata al termine delle indagini coordinate dal pm. Davanti al gip la vigilessa ha ammesso ogni addebito, come del resto aveva fatto al momento dell’arresto.
Ha ribadito di aver rubato a causa della sua dipendenza da cocaina e alcol, dipendenza che la perseguita da otto anni e che si è acuita dopo la morte della madre. L’acquisto di coca, insieme alla rata del mutuo per la casa, le aveva creato problemi economici di qui i furti di piccole somme per potersi pagare le dosi. La vigilessa ha collaborato con l ’autorità giudiziaria e ora, dal questo primo arresto, l’inchiesta si amplierà per individuare i capisaldi del mercato dello spaccio nella zona del nord della provincia. La collaborazione dell’agente potrebbe rivelarsi fondamentale in questo senso e da quello che è un dramma umano potrebbe scaturire un’operazione di “pulizia” del territorio su scala più ampia. L’agente si è mostrata mortificata, qualcosa oltre il pentimento, per la china che ha lasciato prendere alla propria vita. Questo fattore, insieme al fatto che la donna è incensurata, ha fatto decidere al gip di non applicare alcuna misura custodiale.
La vigilessa da ieri è libera, è stata scarcerata con obbligo di firma. Ulteriori benefici, non soltanto sotto il profilo processuale (è rea confessa la, procura deciderà per la richiesta di rinvio a giudizio), potrebbero derivare per la trentanovenne dalla decisione di seguire un percorso di cura e riabilitazione che potrebbe aiutarla a liberarsi delle sue dipendenze. La vigilessa stessa ha ammesso di aver assunto cocaina per poter recuperare lucidità dopo aver abusato di alcolici. Una spirale che all’agente costerà quasi certamente il posto di lavoro, anche se al momento non è stato ancora preso nei confronti della donna nessun provvedimento disciplinare. Per il regolamento comunale la vigilessa dovrebbe andare incontro ad una sospensione dal servizio sino all’esito processuale.