La vittoria della Destra in Germania e le proteste in Israele fanno crollare le azioni di Leonardo

La pressione geopolitica fa scendere le azioni delle aziende del settore difesa, con Leonardo e Fincantieri tra le più penalizzate a Piazza Affari.

L’avanzata della destra di AfD in Germania, che potrebbe rivedere l’impegno del Paese in Ucraina, e le crescenti proteste in Israele, che indicano un possibile desiderio di tregua nella striscia di Gaza, hanno innescato un’ondata di vendite sulle azioni del settore della difesa. Tra le aziende più colpite c’è Leonardo, un gruppo con una forte presenza nella provincia di Varese, con stabilimenti a Vergiate e Sesto Calende. A Piazza Affari, le azioni di Leonardo hanno subito un calo del 7,2%, scendendo a 21,3 euro, con una breve sospensione del titolo a causa dell’eccessiva volatilità. Anche Fincantieri, fuori dal listino principale, ha registrato una perdita significativa del 5,9%.

Ripercussioni in Europa e speculazioni sulle strategie future

Il clima di incertezza ha colpito anche altre aziende europee del settore. A Francoforte, Hensoldt ha perso il 6,3% e Rheinmetall il 2,7%, entrambe partecipate dal gruppo italiano Leonardo. La situazione ha alimentato speculazioni su un possibile cambio di rotta della Germania, che potrebbe decidere di ridurre o tagliare i nuovi aiuti militari all’Ucraina. Anche il produttore svedese Saab non è stato immune dalle vendite, chiudendo con un calo del 5,47%.

Progetti in bilico e incertezze sul futuro

A luglio, Leonardo aveva annunciato un importante accordo strategico con Rheinmetall per lo sviluppo di una nuova generazione di sistemi di difesa terrestre, in linea con le opportunità offerte dai grandi programmi della difesa europea, come il progetto Main Ground Combat System Europeo. Tuttavia, l’incertezza politica in Germania potrebbe mettere a rischio la priorità di tali progetti. Gli analisti di Equita hanno inoltre sottolineato che Leonardo è attualmente l’unico concorrente per una commessa da 1 miliardo di sterline per elicotteri destinati alla Royal Air Force. Tuttavia, come riportato dal Financial Times, resta da vedere se il nuovo governo britannico, impegnato in una revisione delle spese, assegnerà la commessa a Leonardo o deciderà di cancellare il programma.

In questo clima di incertezza, il futuro delle aziende del settore difesa appare sempre più legato alle mutevoli dinamiche geopolitiche, con Leonardo che si trova in una posizione particolarmente delicata.