Mille euro di risarcimento alle vittime del loro furto in appartamento. Così i tre sinti piemontesi arrestati una settimana fa a Malnate dai carabinieri della stazione cittadina e del nucleo operativo radiomobile di Varese cercano di alleggerire la loro posizione giudiziaria. I tre, padre, figlio e un terzo complice esterno alla famiglia, sono stati arrestati in flagranza di reato. Quando i padroni della villetta di via Padova presa di mira sono rincasati hanno effettivamente trovato i ladri nell’abitazione. Ma erano ammanettati e trattenuti dai carabinieri.
L’arresto è frutto di una efficace collaborazione tra carabinieri e cittadini. I tre nei giorni precedenti il furto avevano eseguito dei sopralluoghi. La loro presenza era stata notata da alcuni cittadini e segnalata all’Arma. Sabato sera le pattuglie dei militari erano quindi particolarmente attente a quella zona di Malnate. La segnalazione di persone che in modo sospetto si aggiravano intorno alle abitazioni aveva convinto i militari che le abitazioni della zona potevano rientrare nel mirino dei ladri.
Alle 22 il vicino della coppia vittima del furto aveva notato le luci accese nella villetta. Fatto stranissimo poiché sapeva che i padroni di casa erano usciti. L’uomo ha subito capito cosa stesse accadendo chiamando il 112. La pattuglia, già pronta, dei carabinieri di Malnate era arrivata in un lampo. Due dei malviventi sono stati arrestati dentro l’abitazione, il terzo, rimasto in auto a fare da palo, è stato bloccato poco dopo mentre cercava di fuggire. Nell’auto dei ladri erano stati trovati parecchi arnesi da scasso, dall’abitazione la banda era già pronta a far sparire un bottino di circa 5mila euro di valore tra denaro contante e monili in oro. L’arresto era stato convalidato istantaneamente e per i tre è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Ora il trio, assistito dall’avvocato , ha messo sul piatto un risarcimento pari a mille euro per le vittime del colpo.
Risarcire le vittime lascia sperare in una sentenza meno rigida e spesso evita che le vittime si costituiscano parte civile in seno al processo. Da capire, la provenienza di quel denaro, una cifra decisamente considerevole e che non si spiega come il trio di disoccupati nulla tenenti sia riuscito a mettere insieme in un tempo tanto rapido. Le indagini a carico della banda non sono tra l’altro chiuse. Gli inquirenti stanno verificando se il trio possa essere collegato ad altri furti commessi in zona e se la banda contasse eventuali altri complici che potrebbero aver collaborato magari per i sopralluoghi.