Un uomo di 49 anni è stato arrestato in flagranza di reato dalla Polizia di Stato all’aeroporto di Malpensa, dopo essere stato sorpreso a mettere a segno furti nei negozi duty-free. L’uomo, un italiano con precedenti per reati analoghi, aveva escogitato un sistema per poter accedere all’area sterile dell’aeroporto senza dover necessariamente viaggiare. Acquistava infatti biglietti di compagnie low cost verso destinazioni internazionali, sfruttando le carte d’imbarco solo per superare i controlli di sicurezza e accedere ai duty-free, dove compiva i furti per poi uscire dall’area senza imbarcarsi.
L’arresto per furto aggravato
L’arresto è avvenuto domenica 27 ottobre grazie a un’operazione di sorveglianza mirata organizzata dal personale della Polizia di Frontiera Aerea (Polaria), attivata a seguito di numerose segnalazioni di furti all’interno dello scalo. Gli agenti hanno osservato l’uomo mentre prelevava vari prodotti dagli scaffali di un duty-free e li nascondeva in una borsa. All’uscita del negozio, senza aver pagato, è stato fermato e sottoposto a perquisizione, durante la quale sono stati trovati circa 400 stick di tabacco e tre forme di formaggio, successivamente restituiti al negozio da cui erano stati sottratti.
Il metodo: biglietti e furti a ripetizione
Le indagini hanno svelato che il 49enne era solito acquistare biglietti economici per voli internazionali – in questo caso per Budapest – al solo scopo di poter accedere all’area riservata ai passeggeri con carta d’imbarco. Una volta dentro, entrava nei negozi duty-free e rubava diversi prodotti di valore. In alcune occasioni, per evitare di destare sospetti, l’uomo arrivava persino a imbarcarsi, dirigendosi verso altri aeroporti europei e italiani dove avrebbe continuato a compiere furti simili. Questo comportamento ripetuto ha portato le forze dell’ordine a concentrarsi su di lui, già segnalato per precedenti analoghi.
La condanna e le misure restrittive
Il 28 ottobre, l’arresto è stato convalidato dal Tribunale di Busto Arsizio, che ha imposto all’uomo la misura cautelare del divieto di dimora negli aeroporti nazionali, vietandogli quindi l’accesso ai principali scali italiani. Al termine del processo per direttissima, l’imputato è stato condannato a quattro mesi di lavori socialmente utili, per una pena che mira alla rieducazione del soggetto, già noto alle forze dell’ordine per una serie di reati, tra cui fabbricazione di documenti falsi e corruzione.
La vicenda mette in luce l’astuzia e la ripetitività delle strategie adottate dall’uomo per aggirare la sicurezza aeroportuale, spingendo gli operatori a intensificare i controlli per contrastare il fenomeno dei furti nei duty-free.