Prima l’avrebbe trascinata con la forza in un bosco e poi l’avrebbe violentata all’interno dell’appartamento in centro a Rovello Porro, nella zona di via Madonna, nel quale abitava. Pare che la donna e il suo aguzzino si conoscessero. È stata definita con maggiore precisione nelle ultime ore la dinamica della presunta violenza sessuale della quale sarebbe rimasta vittima una giovane straniera originaria dell’est Europa, residente a Saronno, poco più che ventenne. Ma sono ancora diversi gli aspetti sui quali è necessario fare chiarezza.
Che i due si conoscessero sarebbe avvalorato dal fatto che la ragazza a un certo punto della serata sarebbe stata raggiunta dalla telefonata del presunto stupratore, un tunisino di 32 anni, formalmente residente a Rovellasca ma domiciliato nell’appartamento di Rovello Porro dove si sarebbe consumata la violenza.
La giovane straniera, ben radicata sul territorio dove vive insieme alla propria famiglia, stava trascorrendo il sabato sera con un amico. Il tunisino si è aggiunto alla coppia di amici e a un certo punto della serata avrebbero trascorso qualche ora in compagnia sorseggiando qualche birra e consumando qualche panino. Il nordafricano avrebbe chiesto di essere riaccompagnato a casa non prima di consumare un’ultima birra in compagnia nella zona di via Venezia a Saronno, ma l’ultimo boccale si è rivelato probabilmente un diversivo per mettere in atto l’aggressione. Una volta fuori dal locale, infatti, il tunisino avrebbe colpito al volto con una bottiglia il giovane italiano, tramortendolo.
Avrebbe quindi trascinato la ragazza verso la zona boschiva. Avrebbero percorso a piedi circa due chilometri. La donna, paralizzata dal terrore, non avrebbe opposto resistenza per evitare che le conseguenze potessero essere ancora più devastanti. Con la forza sarebbe stata costretta a entrare nell’appartamento dove viveva il tunisino, insieme ad altre persone. E lì sarebbe stata consumata la violenza sessuale. Nel frattempo l’amico della giovane straniera aveva richiesto l’intervento da parte delle forze dell’ordine.
Gli investigatori della Compagnia di Saronno hanno individuato il cellulare, spento, nella zona di Rovello Porro e quando si è riacceso sono riusciti a parlarle, ma si capiva che c’era qualcosa che non andava. Con un escamotage sono riusciti a farla uscire di casa e sono intervenuti neutralizzando il nordafricano che è finito in manette. La ragazza, sotto choc, è stata trasferita al pronto soccorso dove ha ricevuto le cure mediche del caso. L’amico italiano ha subìto ferite lievi agli zigomi.