Lago di Varese, cala il livello e sale l’odore

VARESE Lago basso e maleodorante. Le due cose sono strettamente correlate, e alla faccia della possibilità di farci il bagno che solo per un pelo non ci ha dato l’Asl, nei prossimi giorni è previsto un peggioramento ulteriore della puzza e dell’aspetto dell’acqua: se continuerà il periodo di assenza della pioggia il livello scenderà ulteriormente, e si parla di un centimetro ogni tre giorni. Fino a ieri la superficie risultava di una decina di centimetri sotto allo zero idrometrico concordato,

secondo il monitoraggio istantaneo effettuato dal Centro Geofisico Prealpino, che in effetti non è poco ma che per fortuna è ancora lontano dal record storico di mezzo metro.
Gli esperti comunque rassicurano: «Per ora non è allarme». Quello che preoccupa, al contrario, è il trend. Dalla metà di maggio il livello ha iniziato una discesa inesorabile con una piccola tregua soltanto dopo la metà di giugno. «Non piove da 20 giorni», spiega Pietro Ceccuzzi, ricercatore dell’università dell’Insubria, «e in più hanno aperto le chiuse del Bardello. E’ vero che adesso non c’è da allarmarsi, ma è anche vero che nonostante lo zero idrometrico sia stato concordato per cercare di conciliare i numerosissimi interessi che ruotano intorno alla faccenda, puntualmente il lago si trova per lunghi periodi ad un livello inferiore». Sulle sponde del Bardello, e non è cosa nuova, ci sono impianti per la produzione di energia elettrica che hanno bisogno assoluto di un certo afflusso di acqua per poter funzionare; i proprietari dei terreni affacciati sul lago inoltre possono aumentare la superficie a disposizione e dunque il valore del terreno stesso; e poi ci sono i pescatori, che naturalmente tengono alla buona salute del lago, ma che possono approfittare del livello più basso per aumentare il pescato: essendo il nostro un lago eutrofico, che sotto ai 6-7 metri dalla superficie non ha ossigeno e che quindi concentra soprattutto i pesci pregiati in superficie, ed essendo soprattutto quella superficiale l’acqua che defluisce dalle chiuse, il livello più basso costringe tutti i pesci in un volume d’acqua più limitato e più facilmente raggiungibile. «Il livello più basso – spiega il ricercatore – vuol dire avere milioni di metri cubi d’acqua in meno e una temperatura dell’acqua più elevata». Fattori che incidono in modo rilevante sull’odore di acqua stagnante che si sente senza possibilità di scampo non appena ci si avvicina alle rive. «Non c’è movimento di acqua tra il fondo e la superficie – spiega Massimo Soldarini della Lipu – ed è quello che succede normalmente quando la temperatura si alza. L’acqua inizia a stagnare e prende aspetto e odore che conosciamo». Non essendoci ricambio del resto è difficile che la natura possa rimediare altrimenti: in assenza di precipitazioni il 90% dell’acqua in ingresso, che comunque è molto poca, arriva dal torrente Brabbia e una quantità trascurabile entra dal Tinella. «Almeno quest’anno va meglio dei precedenti», spiega Alessandro Fumagalli, docente di chimica dell’Insubria, «quando aprivano le chiuse del Bardello a più non posso facendo scaricare 4 metri cubi d’acqua al secondo. Adesso hanno cercato di ridurre la fuoriuscita d’acqua mantenendo il livello minimo».
Francesca Manfredi

e.marletta

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