– Le banche rinnovano il “prestito ponte” e Regione Lombardia fa da garante: la società Pedemontana verso la salvezza. «Non fallirà» ne è sicuro il governatore Roberto Maroni. «Se il Tribunale rigetta l’istanza di fallimento, insisterò subito con Padoan e Gentiloni per lo sblocco dell’opera».
Nessuna sentenza al termine dell’attesissima udienza di ieri in Tribunale a Milano, convocata per discutere sull’istanza di fallimento della società Autostrada Pedemontana Lombarda, richiesto dai Pm della Procura di Milano Paolo Filippini e Giovanni Polizzi. Il collegio guidato dal giudice Guido Macripò si è riservato di decidere, dopo che è emerso un fatto nuovo, probabilmente decisivo. Il pool di banche creditrici di Apl (Banca Intesa in testa) ha infatti manifestato l’intenzione di trasformare il “prestito ponte”
concesso alla società, in scadenza il 31 gennaio prossimo, in un mutuo che scadrebbe solo nel 2034. A garantire per la solvibilità del mutuo una lettera di “patronage” del presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, che è stata letta dai legali di Pedemontana nel corso dell’udienza di ieri. «Abbiamo chiesto alle banche di anticipare la disponibilità a rinnovare il prestito ponte dell’anno prossimo – spiega il governatore Maroni – tutte le banche lo hanno dichiarato e tutte, tranne una, hanno già deliberato. Nell’udienza si è preso atto di questo e penso che, non appena l’ultima banca nei prossimi giorni delibererà, si chiuderà questa vicenda in modo positivo: verrà cioè respinta la richiesta di fallimento». Già nei giorni scorsi il governatore lombardo si era detto ottimista e fiducioso sull’esito della vicenda: «Noi, come Regione Lombardia, abbiamo fatto, d’intesa con la Società Pedemontana e con la Società Serravalle (maggiore azionista di Apl, ndr), tutto quello che ci è stato chiesto – chiarisce Maroni – abbiamo passato momenti non piacevoli negli ultimi mesi, ma sono ottimista, se oggi non si è chiusa formalmente, penso che nei prossimi giorni avremo una buona notizia su questo fronte, grazie anche all’intervento di Regione Lombardia concordato con le banche creditrici, che consentirà di rinnovare il prestito ponte». Maroni ribadisce però tutte le sue perplessità sulla vicenda, che definisce «incredibile, perché si è chiesto il fallimento di Pedemontana non per la evidente presenza di uno stato di insolvenza, ma per il fatto che, se le banche non avessero rinnovato il prestito, forse la Società si sarebbe trovata in stato di insolvenza. Se applicassimo questo criterio a tutte le imprese italiane, fallirebbero tutte». Se il Tribunale salverà Pedemontana, ripartirà la corsa per raggranellare le risorse finanziarie necessarie al completamento dell’Autostrada fino a Bergamo: «Se si chiuderà questa vicenda paradossale – annuncia Maroni – insisterò con il ministro Padoan e il presidente Gentiloni, perché prima di Natale venga finalmente messa la firma del Ministero dell’Economia sul secondo atto aggiuntivo per Pedemontana, già approvato dal Cipe e firmato dal Ministero delle Infrastrutture, che consentirebbe alla Società di proseguire nell’iniziativa per la conclusione delle opere. Le risorse ci sono, è solo un passaggio burocratico, che ha però rischiato di compromettere la vicenda».