Non si placano gli animi per le celebrazioni del 25 aprile o meglio riguardo alle dichiarazioni lette dal sindaco sul palco di Largo Camussi. Le contestazioni sono incominciate quando il primo cittadino ha pronunciato la frase “i morti sono tutti uguali” per continuare quando Cassani ha invitato gli studenti a guardare la storia con occhio critico.
Se in un primo momento il presidente della sessione gallaratese dell’ANPI era intervenuto per sedere gli animi, a qualche giorno di distanza ha espresso, tramite un comunicato stampa il suo pensiero: «Nel quadro complessivamente gioioso della Festa della Liberazione è apparsa fuori luogo la sostanza dell’intervento del sindaco Cassani che ne ha fatto una declaratoria estemporanea ed inopportuna, assumendo la figura di un militante politico e svilendo ed umiliando il ruolo che gli si confaceva come sindaco di tutta la città».
Una posizione netta che prende le di distanze dal discorso dell’inquilino di Palazzo Borghi e, pur condividendo l’umana pietà per tutte le vittime di guerra «respingiamo con fermezza l’auspicata parificazione delle morti – continua il rappresentante Anpi – e l’invito di “approfondire la storia in modo critico” che è già consuetudine degli insegnanti». E conclude: «Ci dissociamo dalle esternazioni del sindaco che indossando la fascia tricolore è venuto meno ai suoi obblighi istituzionali».
Il numero uno della giunta di centro destra non ha tardato ad esprimere il suo punto di vista: «So bene quali sono i miei doveri istituzionali e non accetto lezioni dall’Anpi». Cassani ribadisce come «sul palco ho espresso la mia opinione senza offendere nessuno», offese che invece sono giunte dai presenti che hanno srotolato gli striscioni «appena ho preso il microfono in mano» segno evidente, secondo Cassani, «di come la contestazione fosse pianificata indipendentemente da ciò che avessi detto».
E se è vero che il sindaco ha ribadito la volontà di non agire per vie legali perchè «sarebbe uno spreco di tempo e di soldi pubblici», si aspetta però delle scuse ufficiali da parte dell’Anpi. «Credo che siano opportune – continua Cassani – In assenza delle quali informo sin d’ora la cittadinanza che l’anno prossimo il ruolo del Comune nell’organizzazione delle celebrazioni del 25 aprile sarà strettamente limitato a ciò che gli obblighi di legge ci impongono».
Insomma l’esponente leghista resta saldo sulle sue e lancia un’ultima stoccata: «Se qualcuno si dispererà perchè avrà perso una “ghiotta” occasione di far propaganda politica, potrà ripiegare su una manifestazione di partito».