L’anti-Christo che difende l’Isolino

Per lo storico gaviratese Cassani è un patrimonio da difendere: «Accesso necessario, ma con rispetto»

C’è un anti Christo sul lago di Varese; niente di blasfemo per carità e nemmeno nulla contro l’opera d’arte contemporanea sul lago d’Iseo di cui ha parlato tutto il mondo. A scatenare la contrarietà di , storico locale di Gavirate e una vita professionale intera spesa a costruire ponti in giro per il mondo, è l’accostamento dell’opera di Christo all’isolino Virginia, come qualcuno sull’onda del successo dell’installazione bresciana, ha voluto fare.

Costruire una passerella sullo stile di quella realizzata dall’artista sul lago d’Iseo, per collegare lo splendido isolino che si trova al centro del lago di Varese, oggi raggiungibile solo con il battello, con la terraferma. Ipotesi assolutamente da respingere secondo Cassani che da una vita, attraverso la sua associazione “Il Sarisc”, si batte per la salvaguardia e il rilancio del lago varesino. «Ora è il momento del ponte – afferma Cassani – Christo fa moda; è vero, un collegamento tra l’isolino Virginia e la pista ciclopedonale sarebbe non solo utile ma necessario, perché darebbe slancio a uno dei nostri più importanti gioielli».

Quello che serve non è certo un’opera faraonica, anche perché un tentativo di realizzare un ponte di legno fu fatto molti anni fa. «Lo ricordo sgangherato e malfermo, poi crollò e non se ne fece più nulla» rammenta il presidente de Il Sarisc. Quello che serve per il lago di Varese sono soluzioni semplici e realizzabili; un concetto che vale per l’inquinamento ma anche per collegare l’isolino patrimonio Unesco con la terraferma. «Esistono mezzi e soluzioni di poco impatto e di relativamente poco conto –

suggerisce Cassani – non una folla da attirare ma rispetto per il bene paesaggistico e culturale che non ha eguali. Non pretendo di dare lezioni a nessuno; ogni idea è preziosa ma un po’ di silenzio sul lago si impone. Lasciamo fare ai Comuni che forse hanno capito che è tempo di cambiare». L’esperto gaviratese non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Già abbiamo un ingombrante fardello chiamato Osservatorio che comprende di tutto e di più e che ha digerito cinquant’anni di scelte costose e stravaganti, poi nell’ultimo periodo si sono aggiunti professori, esperti, sapienti e movimenti ognuno a dare la sua ricetta per il lago» afferma Cassani.

Il buon senso deve guidare le scelte riguardanti il futuro del lago di Varese e non le sparate estemporanee per guadagnare un po’ di facile visibilità. «L’accesso pedonale all’isolino è necessario – ribadisce l’esperto – ci sono un museo e un rinato esercizio commerciale e questo basta perché qualcosa venga fatto se vogliamo tenerli vivi. Se ne convincano anche gli archeologi; è un controsenso tenere riservato a pochi, un tesoro pubblico. L’isolino Virginia e il circondario hanno ancora molto da dire e da dare». Per il prossimo autunno, Cassani annuncia la presentazione di un suo piano per rilanciare il lago di Varese. «Niente di miracolistico – conclude – non proporrò di abbattere colline o di spargere polveri miracolose».