L’antifurto ferma i ladri Ma perché all’oratorio?

Sconcerto tra i fedeli di Moriggia: porta scassinata martedì notte. L’allarme ha sventato il colpo. Il parroco: «Qui niente da rubare»

– Tentano il furto all’oratorio di Moriggia, ma l’allarme fa scappare i malintenzionati. La sorpresa sgradita è arrivata ieri mattina per l’oratorio Cardinal Schuster di Gallarate.
Nella notte tra martedì e mercoledì la struttura di via Gramsci è finita nel mirino di un manipolo di balordi.
Scongiurato il tentativo di effrazione, perché fortunatamente il sistema antifurto era attivo: così i ladri si sono dovuti dare alla fuga prima di riuscire a portare via qualcosa.

Nessun bottino, quindi, ma restano i danni al portone d’ingresso e tanta amarezza, quella di un gesto che non ha definizione.
«Non sono riusciti ad entrare – spiega il parroco don – Non c’è molto da dire, se non che siamo stati fortunati, perché non hanno preso nulla. Non siamo né i primi né gli ultimi a cui capita, meno male che c’è l’allarme».
È da encomiare, infatti, la lungimiranza della parrocchia nello scegliere di proteggersi almeno con un dispositivo di sicurezza che,

come in questo caso, si rivela utile per la tutela dei luoghi e delle persone.
Nella struttura della parrocchia Gesù Divin Lavoratore abita il diacono, che ieri mattina ha rilevato il danneggiamento del portone: «Quando sono sceso ho trovato la porta forzata e ho chiamato il fabbro. Penso sia l’atto di un balordo».
Non si tratta di un danno tanto grave, per fortuna, né pregiudica le attività dell’oratorio, che non si ferma e prosegue. Viene piuttosto da interrogarsi su chi e perché possa compiere un atto di questo tipo: «Questo è un gesto brutto: come oratorio abbiamo sempre fatto il più possibile per tutti, ritrovare la porta in quelle condizioni lascia tanta amarezza».

Oltre agli oneri per la riparazione, rimane un segno triste, perché in una struttura di questo genere non ci sono grandi beni e soprattutto niente da portar via. Quello che dà da pensare è il fatto che si sia preso di mira chi cerca, soprattutto nel mondo giovanile, di prodigarsi per gli altri, di spendersi per l’educazione, di essere riferimento per il quartiere e i fedeli.
Forse, in questo mondo in cui ciascuno bada al “suo”, sembra difficile che esista ancora qualcuno che pensa prima di tutto agli altri, senza condizioni e senza interessi. Certo non sarà quello sfregio sul portone a fermare l’immenso lavoro che quotidianamente gli oratori portano avanti, senza bisogno che nessuno dica loro grazie.
Ladri di caramelle, vandali o burloni: il lavoro degli oratori non si ferma con i furti o le bravate.