Il cantiere della Arcisate-Stabio riparte lentamente. Ma l’impresa che è subentrata nell’appalto inizia a fare assunzioni. «Uno o due mesi per vedere le escavatrici all’opera» pronostica il sindaco di Arcisate . La fiducia che i sindaci del territorio hanno portato a casa per i loro cittadini ad inizio di agosto, quando il sopralluogo del ministro delle infrastrutture fece da preludio al via libera del Cipe che ha confermato la copertura dei costi dell’opera, non è venuta meno, anche se la ripartenza del cantiere tra Induno Olona ed Arcisate è ancora poco percepibile. Anche perché far riprendere un cantiere così complesso non è cosa semplice.
«Lo abbiamo già detto, per vedere l’opera a pieno regime dovremo aspettare ancora almeno un mese, se non un paio – spiega il sindaco di Arcisate Angelo Pierobon – per ora non è possibile, visto che la delibera del Cipe è ancora da pubblicare, una volta che avrà superato il vaglio della Corte dei Conti. È la prassi, che prevede che un po’ di tempo debba passare».
Nel frattempo, l’impresa Salcef, che si è
aggiudicata l’appalto in sostituzione della Ics Salini (il cui titolare è tragicamente scomparso in estate in un incidente stradale a Roma), non è rimasta con le mani in mano, e sta gradualmente prendendo possesso del cantiere, con le prime attività nell’area tra via Pascoli e via Vela tra Induno e Arcisate, per la logistica a supporto dei lavori sulla tratta ferroviaria. «L’impresa è sul posto, con del personale già attivo e presente, sta procedendo per quel che è possibile fare, mettendo a punto tutte quelle iniziative che possono essere svolte in questa fase – fa sapere il sindaco Pierobon – ad esempio, sta provvedendo alle assunzioni attraverso i subfornitori che si occuperanno di tutte le operazioni non svolte direttamente». Si sa che all’attenzione dell’impresa sono già pervenuti dei curricula per quelle attività che dovranno essere messe in campo. Come in ogni nuovo cantiere edile, si aprono anche opportunità occupazionali, e già questa è una buona notizia.
«Ma per la piena operatività, e per vedere le escavatrici all’opera, c’è bisogno che l’iter burocratico venga completato – aggiunge Pierobon – lo ripeto, come l’ho detto al ministro, sarà contento solo quando tutte le carte saranno a posto. C’è cauto ottimismo, siamo fiduciosi che gli impegni verranno rispettati e questa volta non ci dovrebbero essere problemi, ma va detto che è già successo un’altra volta che la Corte dei Conti cassasse la delibera del Cipe». Insomma, la fiducia concessa in estate dal territorio non è venuta meno, ma i sindaci sono pronti a «vigilare perché i tempi di approvazione vengano rispettati». Lo scorso 10 settembre, al tavolo di monitoraggio convocato in Regione, Salcef si era presentata con i suoi amministratori e aveva avanzato la proposta di realizzare un unico centro di frantumazione e trattamento terre a Cantello, in un’area lontana dalle abitazioni, invece dei due previsti (l’altro a Induno).