Per salvare la B non si guarda in faccia a nessuno: il Varese ci ha messo 25 anni a uscire dal buco, tutti siamo pronti a tutto purché non ci ritorni.
Prima salvi la bandiera, la città e la serie B, poi te stesso. Chi ci riesce verrà ricordato come il salvatore, chi ragiona in termini personali (prima vengo io, la mia posizione, il mio futuro) scomparirà nell’oblio. O entrerà nella storia, ma dalla porta sbagliata. Quella dell’inferno.
C’è tutto il tempo (4 gare, ma anche 6: paura dei playout, o del Novara, mai avuta) e al presidente Laurenza basterà fare il presidente, a costo di ribaltare dirigenza, giocatori e allenatore. Non esistono intoccabili. Tutte le vie devono portare alla salvezza. Chi ha rischiato la fine per mettersi sulle spalle questa società, perché non dovrebbe provare ogni strada possibile per non farla morire?
1) Se la squadra continuerà a giocare da retrocessa (Carpi e Lanciano volevano pareggiare ma hanno vinto senza muovere un dito), perché non metterla di fronte a Mauro Milanese, che l’ha costruita? È sotto contratto, ha scelto i giocatori, ha esperienza e “pelo” per entrare nella testa. Sono figli suoi, può sculacciarli e incoraggiarli. Sgarro ad Ambrosetti? Perché mai: Lele è il domani, ma senza presente non c’è futuro.
2) L’amministratore delegato Enzo Montemurro è incompatibile con città e ambiente? A volte, nella vita, si può fare un passo indietro. Ne va della nostra sopravvivenza (sportiva), ma anche della sua.
3) Nessuno oggi può dire “non mi dimetto”, tanto meno Sottili dopo 5 sconfitte di fila. La squadra di Cittadella è morta, quella vista con il Carpi non galleggia. Serve altro. E certi giocatori sembrano in bambola. Sottili può farcela a La Spezia come con Empoli e (quasi) Palermo. Altrimenti, non c’è niente di male ad arrendersi. Non servono nomi o parafulmini altisonanti, basta Bettinelli: vive e allena solo per il Varese.
4) Se c’è da chiedere aiuto a Sogliano, Braida o Marotta, perché farsi scrupoli (certo, poi bisogna ascoltarli e provare a seguirli)?
Noi siamo pronti a tutto. E anche Nicola Laurenza, ne siamo certi, lo è.
Andrea Confalonieri
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