L’Autolaghi rappresenta un primato.
Fu infatti la prima autostrada ad essere realizzata in Italia.
Il via ufficiale al cantiere risale al 26 marzo 1923, con una visita dell’allora capo del governo Benito Mussolini. Mussolini posava simbolicamente la prima pietra, mentre l’inaugurazione ufficiale sarebbe toccata al re Vittorio Emanuele III, al completamento dell’opera, il 21 settembre 1924.
La scelta di realizzare il primo collegamento di questo tipo tra Milano e Varese nasce dalla volontà di sviluppare il turismo, e allora il territorio dei laghi era la meta dei milanesi più gettonata. Non solo l’Autolaghi è stata la prima autostrada italiana, ma ha anche dato il nome a questo tipo di collegamento.
Il termine autostrada compare infatti per la prima volta in un documento ufficiale nel 1922, durante la fase di progettazione dell’opera, che sarebbe partita l’anno successivo, da parte dell’ingegner Piero Puricelli (Milano, 4 aprile 1883 – Milano, 8 maggio 1951).
Personaggio importante, che ricoprirà anche il ruolo di senatore del Regno, oltre all’autostrada Milano-Laghi ha preso parte alla progettazione dell’Autodromo di Monza. A partire dalla fine degli anni Venti vengono aperti i nuovi tratti autostradali in Italia, quasi esclusivamente al Nord: Milano-Bergamo, Napoli-Pompei, Brescia-Bergamo, Torino-Milano, Firenze-Mare, Padova-Venezia, Genova-Serravalle-Scrivia, Genova-Savona.
L’Autolaghi, inoltre, potrebbe essere la prima autostrada del mondo.
Il “potrebbe” è d’obbligo perché il primato viene rivendicato anche dai tedeschi, secondo i quali la prima strada riservata esclusivamente alle auto sarebbe l’Avus di Berlino, progettata nel 1909 e aperta nel 1921. Tuttavia l’Avus non era solo una strada di collegamento, ma anche di pista di prova. L’autostrada italiana sarebbe la prima nel suo genere, copiata poi in tutto il mondo. Un primato per l’epoca. Ma oggi l’accesso diretto al centro cittadino rappresenta un grande problema, da risolvere trovando alternative.