MILANO – Mentre al Sud Italia la siccità distrugge i raccolti, desertifica i territori e prosciuga i rubinetti (pregiudicando agricoltura e turismo), al Nord (dall’Appennino Tosco-Emiliano alle Alpi) si sono registrati, in una settimana, oltre 150 eventi estremi fra trombe d’aria, raffiche di vento, grandinate anomale, nubifragi, provocando una vittima oltre a tracimazioni di fiumi, frane, danni alle infrastrutture ed alle abitazioni. Lo scrive l’associazione dei consorzi di bacino, l’Anbi, nel suo bollettino settimanale sulla situazione idrica italiana.
Tutti i grandi laghi del Nord siano al colmo della capacità (Maggiore: 99,4%; Lario: 78,8%; Benaco: 108,6%; Iseo: 95%). Le portate dei fiumi in Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria e Toscana sono sopra la media, come pure il manto nevoso sulle Alpi.
Al Centro il quadro cambia completamente, e la siccità si fa sentire. Le portate dei fiumi in Umbria e Lazio continuano a calare, il Tevere è al 46% del flusso consueto di questo periodo, il lago Trasimeno si è abbassato di altri due centimetri. Solo nelle Marche i fiumi tornano a crescere, ma rimangono sotto la media.
Nessuna, significativa pioggia ha mitigato la gravissima aridità, che attanaglia da quasi un anno il Sud Italia. In Basilicata le riserve d’acqua stoccata nei bacini artificiali sono calate di 12 milioni di metri cubi in una settimana. In Puglia, nella Capitanata gli invasi sono vuoti al il 56%. In Calabria il letto del fiume Ancinale è ormai praticamente asciutto, gli altri sono in calo.
In Sicilia la temperatura non scende mai sotto i 20 gradi. Le piogge hanno beneficato qualche zona sulle pendici dell’Etna, ma non hanno ristorato le aree in maggiore difficoltà: zero gocce sulla costa orientale a Sud di Catania, zero su tutte le province di Siracusa e di Ragusa.