Laveno, donna morta nel lago: il giallo del giubbotto

L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti era stata fin da subito quella del gesto volontario. Ma c’è un dettaglio anomalo

Donna del lago: affidato l’incarico per l’autopsia, ma c’è il giallo del giubbotto.

, svizzera di 53 anni, è stata trovata intorno alle 12.30 di domenica. Il suo corpo è affiorato dalle acque del lago Maggiore nella zona del porticciolo di Cerro di Laveno. Lang si era allontanata volontariamente dall’abitazione di Laveno Mombello dove risiedeva intorno alle 9.30 del 2 gennaio scorso.

La donna era praticamente sparita nel nulla. Sino alla tarda serata del 6 gennaio, quando in un capanno su una spiaggia di via Fortino, a pochi passi dal lago, era stata ritrovata la sua borsetta. I vigili del fuoco avevano cercato la donna sino a sabato pomeriggio scandagliando palmo a palmo il lago Maggiore e perlustrando i boschi circostanti la zona. Della donna, però, non era stata trovata traccia. Circa 12 ore dopo la sospensione definitiva delle ricerche il corpo senza vita della donna era emerso dalle acque gelide del lago. Sin da subito l’ipotesi più accreditata dagli inquirenti era stata quella del gesto volontario. Ma quando il corpo è stato rinveunto, i carabinieri della stazione di Laveno Mombello hanno notato un dettaglio anomalo.

Il giubbotto aderente che la donna indossava era rovesciato. Dal collo sporgeva l’etichetta e le cuciture erano in bella vista. Come se si fosse tolta quel giubbotto in tutta fretta, oppure le fosse stato sfilato, salvo poi essere reindossato al contrario. Il corpo, da un esame esterno del cadavere, non presenta ferite o segni di un’aggressione. La tesi del gesto volontario resta quindi quella principale. Anche perché dagli accertamenti disposti dal pubblico ministero , che coordina le indagini, è emerso che la donna soffriva di depressione e assumeva farmaci per questo. Ma c’è quel giubbotto, quel mistero che rappresenta un’anomalia e che ha spinto gli inquirenti a volerci vedere più chiaro.

Per questo il quesito presentato dal pubblico ministero al medico legale che eseguirà l’autopsia è molto articolato. L’esame non soltanto dovrà stabilire le cause del decesso, ma anche accertare, attraverso test tossicologici se lo stato di Lang fosse in qualche modo alterato da qualche sostanza o se il cadavere riveli in sede di autopsia ferite non riscontrabili dal solo esame esterno del corpo. A questo punto l’autopsia potrà confermare se si è trattato, come si suppone, di un suicidio, oppure se sarà necessario eseguire indagini ulteriori.