LAVENO MOMBELLO Risolto il mistero legato al furto di un’urna cineraria, avvenuto sabato pomeriggio a Laveno Mombello. Caso che è stato chiuso grazie alla sensibilità e alla furbizia dei carabinieri della compagnia di Luino. Che, una volta individuato il sospetto, e appurato che fosse una persona non perfettamente capace di intendere e di volere, hanno deciso di agire d’astuzia. Coinvolgendo l’uomo, senza però fargli capire di essere indiziato, nelle indagini. Fino a convincerlo di essere in possesso di poteri «telepatici» che avrebbero potuto essere utili per la risoluzione del giallo. E così è stato. Perché l’uomo, probabilmente inorgoglito da queste attenzioni, ha portato i carabinieri di Laveno Mombello direttamente nel luogo dove aveva nascosto l’urna.
Nascosta, ma completamente integra, a circa 300 metri dal cimitero di Laveno. Per lui così, insieme ai «complimenti», è scattata una denuncia a piede libero per furto. Quello che contava di più, però, era il recupero dei resti del defunto: un anziano di 87 anni, deceduto lo scorso 20 gennaio e poi cremato. Resti che erano spariti, proprio lo scorso sabato, in occasione della tumulazione. All’addetto dell’impresa di pompe funebri, infatti, era stata soffiata l’urna mentre era impegnato nella preparazione del loculo, in cui poi sarebbe stata riposta. Episodio che, ovviamente, aveva gettato nello sconforto i familiari e allarmato anche i cittadini.
Da qui le indagini. Che quasi subito hanno escluso che il gesto fosse finalizzato ad un’estorsione. Il patrimonio della famiglia del defunto, infatti, non giustificava questo movente e così, dopo aver sentito diversi cittadini, i sospetti dei carabinieri si sono concentrati proprio su un uomo, con disturbi psichici. Incastrato con un copione da film. Che ha visto i carabinieri calarsi nel ruolo di attori e il sospettato, poi denunciato, recitare suo malgrado il ruolo del protagonista.
A. Pag.
b.melazzini
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