Laveno, il sindaco multato per la piscina “irregolare”

LAVENO MOMBELLO La piscina del sindaco finisce in consiglio comunale,e si accende la discussione sulla sua presunta abusività. Durante la seduta di lunedì scorso il gruppo di minoranza Centrosinistra ha presentato un’interrogazione sul tema, basata sull’assenza di autorizzazione comunale per la posa della piscina del sindaco Graziella Giacon, alla quale il primo cittadino ha subito risposto.
La presa di posizione in consiglio comunale è stata motivata ieri dal capogruppo di minoranza Ercole Ielmini: «Dagli atti dell’ufficio

tecnico – ha spiegato – risulta che non era stato presentato alcun documento per l’autorizzazione della piscina e anche dal punto di vista urbanistico non esistono atti di richiesta per il posizionamento. In seguito il detto ufficio ha svolto dei sopralluoghi, dopo i quali risulterebbe che la struttura si può considerare “rimovibile”. È indubbio comunque che la piscina c’è, e sembra che per non aver ottemperato alle disposizioni il sindaco abbia ricevuto un’ammenda di 258 euro». Per direttissima la risposta di Graziella Giacon: «L’interrogazione – ha commentato – è stata presentata come se la mia fosse una piscina interrata. In realtà all’atto del mio acquisto nel 2003, il venditore non mi aveva informato di dover chiedere autorizzazioni al Comune, e allo stesso modo l’ufficio tecnico non ha evidenziato problemi proprio perché la piscina è “fuoriterra”. L’ex sindaco dovrebbe conoscere bene queste regole visto che ha governato per 5 anni ma evidentemente non è così, come dimostra ad esempio la posa senza alcuna autorizzazione della macina delle ex ceramiche al centro di una rotonda. L’interrogazione e la grande pubblicità data alla mia piscina tramite il giornaletto locale del centrosinistra, sono dunque una strumentalizzazione politica». Un’iniziativa che, secondo il sindaco, ha causato preoccupazione in tanti possessori di piscina. «In molti – ha continuato la Giacon – leggendo il vergognoso articolo del “Cunta su” e trovandosi nella mia situazione, si sono rivolti a me con preoccupazione: se è ovvio che la legge non ammette ignoranza, va comunque detto che la mia come moltissime altre piscine simili, e intorno alla mia abitazione ce ne sono almeno 6 anche se la minoranza ne ha scorta solo una, sono prefabbricate, di modeste dimensioni e posate senza opere edilizie. Non si tratta quindi di interventi che necessitino autorizzazioni né particolari contatori per l’approvvigionamento idrico, ma solo di elementi di arredo urbano. La multa, che ho ricevuto e pagato anche per evitare un ricorso che avrebbe causato difficoltà al personale del Comune, è derivata semplicemente dalla mancata comunicazione di montaggio, richiesta da una legge del 2005 successiva all’acquisto della casa da parte mia». Nessun abuso edilizio, dunque, ma solo “politica”: «L’interrogazione – ha così concluso la Giacon – aveva l’unico scopo di far passare il sindaco come un’abusivista, cosa ormai smentita e chiarita, ma vista la situazione prenderemo lo spunto per intervenire sul nuovo Pgt, in modo da regolare in modo più preciso queste vicende».

b.melazzini

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