BREBBIA Altro che gioielli: con la crisi i ladri banchettano nelle case da svaligiare e rubano miele (e api). Il furto di alveari – che può sembrare assurdo a chi non è del settore – in questi ultimi anni registra un’impennata.
Negli ultimi giorni in provincia di Varese sono già sparite 67 arnie: 18 a Inarzo e 49 a Brebbia. Il valore di un’arnia con api già in produzione si aggira intorno ai 260 euro.
Di conseguenza, il danno per complessivo per i due apicoltori varesini si aggira intorno ai 18 mila euro, a cui si deve sommare la mancata produzione per la stagione. «Offro una ricompensa di 10 euro a cassetta a chi ritrova gli sciami – dice Mauro Porrini dell’apicoltura Veronica Porrini – È già il secondo anno che subisco un furto di alveari. La scorsa primavera mi hanno rubato 26 famiglie di api. Quest’anno il danno è stato ancora più ingente. Noi apicoltori abbiamo vita difficile per proteggere le api dalle morie, con l’abigeato non riusciamo più a stare in piedi».
Gli sciami di Porrini si trovavano a Bozza di Brebbia, vicino alla recinzione di un’azienda agricola. Le casette, di polistirolo, bianche e azzurre, con il tetto di lamiera, erano rimaste in quel posto tutto l’inverno, senza che nessuno le toccasse. Ma con la primavera quelle casette sono diventate preziose, perché da ognuna di esse, in una stagione, si possono produrre 40 chili di miele che si vende al consumatore a 8-9 euro al chilo. Il furto è sicuramente avvenuto caricando le casette su un camion. Si sospetta che il ladro non abbia agito da solo. Potrebbe essere un esperto del settore, oppure un “trafficante di api” che spedisce la refurtiva in altre regioni, magari nel meridione dove la primavera è già iniziata da un po’ e le api possono entrare in produzione subito, senza rappresentare un costo per chi le alleva.
«Lanciamo un allarme – afferma Michele Mottalini, consigliere di Confagricoltura Varese e presidente della sezione produttori apistici della provincia – è vero che ogni anno si verificano furti, ma adesso spariscono apiari interi. Se le api non vengono ritrovate, un apicoltore deve sostenere un investimento per ricomprarle e intacca il guadagno della stagione». «Si tratta di vigliaccate: chi ruba le api è uno che ha a che fare con le api. È davvero antipatico che succedano queste cose nel settore, tra colleghi – continua Guido Brianza, presidente dell’associazione produttori apistici della provincia di Varese – L’unica speranza che abbiamo adesso è riposta nei nastri delle telecamere installate nelle diverse città. Magari hanno registrato qualche particolare per smascherare il colpevole». Nella provincia di Varese ci sono circa 600 apicoltori per un totale di oltre 20 mila alveari. Ai quali si deve sommare una cinquantina di nomadisti con 6900 alveari.
b.melazzini
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