– Saranno celebrati domani alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Cantello i funerali di , 58 anni, morto in seguito ad un infarto mentre stava partecipando al motoraduno amatoriale Frera a Tradate. Andriolo aveva già eseguito il giro del tracciato: non si tratta di una gara ma di un appuntamento per amanti delle moto d’epoca. Il cinquantottenne si è accasciato al suolo all’improvviso: è morto dopo essere stato trasportato in ospedale. Questa sera alle 20.30, nella parrocchiale del paese,
sarà recitato il Rosario. Questa mattina sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Andriolo. Il medico legale dovrà accertare con esattezza le cause della morte. Il quesito posto al medico legale dalla procura di Varese è piuttosto ampio. Il perito dovrà infatti accertare anche che Andriolo abbia ricevuto adeguate cure e soccorsi tempestivi al momento del malore avvenuto mentre il cinquantottenne, dopo aver terminato il suo percorso, si trovava nel piazzale utilizzato come park per le motociclette. Il referto autoptico sarà depositato in procura entro 60 giorni.
Intanto si moltiplicano le testimonianze di affetto nei confronti dei familiari di Andriolo, i figli Francesca, Arianna e Cristiano, la moglie Ornella, la madre Maria e la sorella Marina. Dimostrazioni di affetto e vicinanza per una famiglia che a Cantello viene definita all’unanimità «meravigliosa ed estremamente unita» e attestati di stima per «un grande uomo». Andriolo era un meccanico restauratore «eccezionale», spiegano gli amici e non solo. Un punto di riferimento per tutti gli appassionati di moto d’epoca. Non soltanto in provincia di Varese o in Lombardia. Il tam tam della sua perfezione sul lavoro ha infatti varcato i confini italiani: a lui si rivolgevano collezioni e appassionati francesi e tedeschi. A renderlo unico «è sempre stata la passione, l’amore che metteva nel suo lavoro. Passione e amore che in verità ha sempre messo in ogni aspetto della propria vita. Un talento unico. Era capace di stare su un motore per ore e ore sino a quando non era perfetto. Sino a quando, diceva lui, il suono non era musica». In tanti lo hanno definito «un artista». Andriolo non ha mai perso un’ora di lavoro in vita propria. Coltivava la sua passione per le moto d’epoca da sempre. Moto, ma anche auto d’epoca e oggetti vintage. Girava l’Italia e spesso andava anche all’estero a caccia di pezzi particolari. Tutto ciò che era vintage lo interessava: l’ultimo acquisto era stato un orologio a pendolo che gli ricordava la propria infanzia.
Ma la sua priorità è sempre stata la famiglia. La moglie e i figli sono sempre stati al primo posto per lui. Ai figli ha trasmesso la propria passione per le moto. A tutti e tre ha insegnato ad andare in motocicletta «guidandoci come sole un padre può fare». A Cantello e non solo il cordoglio è unanime. Molti hanno voluto sapere quando sarebbero stati celebrati i funerali per poter essere presenti. «Un gesto d’affetto verso la famiglia e di rispetto verso un uomo che sapeva anche insegnare ai più giovani. A chi si avvicinava ad un lavoro difficilissimo ed estremamente tecnico. A memoria nessuno di noi ricorda di aver mai ricevuto un no da Fabrizio. E non lo faceva per convenienza. Era così. Ed era un grande».