Le figlie di Piccolomo in tivù «Il caso-Macchi? Ora ci ascoltano»

Le figlie di Giuseppe Piccolomo a Mattino 5 rilanciano il tremendo sospetto. Nunziatina e Filomena Cinzia questa mattina hanno infatti raccontato a Federica Panicucci come da ragazzine il padre si vantasse con loro di essere l’assassino della giovane scout Lidia Macchi, uccisa 26 anni fa a siooli 20 anni con 29 coltellate.

Piccolomo è stato condannato in secondo grado all’ergastolo per l’omicidio di Carla Molinari e ha appreso in carcere che la procura di Milano lo ha formalmente indagato anche per l’omicidio della giovane Lidia Macchi, riaprendo così il caso irrisolto da 26 anni. Il corpo della giovane fu ritrovato senza vita il 5 gennaio 1987 in un boschetto a due passi dal Sass Pinì. «Noi avanzammo l’ipotesi che fosse stato nostro padre già nel 2009 – hanno detto le figlie di Piccolomo in diretta a Canale 5 – Ma non presero in considerazione la nostra testimonianza perché c’erano delle anomalie rispetto ai tempi dell’omicidio e la nostra vicinanza al luogo del ritrovamento». Ai tempi la famiglia Piccolomo viveva a poche centinaia di metri dal luogo in cui fu ritrovato il corpo di Lidia Macchi.

«Ci minacciava mimando il gesto delle coltellate e ci diceva che ci avrebbe fatto fare la stessa fine». Un racconto drammatico quello delle figlie di Piccolomo che per anni hanno dovuto subire «violenze e abusi da parte di quest‘uomo. Un padre padrone che ha sempre trattato male noi e nostra madre». La signora è scomparsa anche lei in circostanze misteriose. L’auto su cui viaggiava insieme al marito prese fuoco dopo essere uscita di strada, senza lasciarle scampo «e lui l’ha lasciata morire – hanno accusato le fuglie – La sua versione dei fatti non ci ha mai convinto». Per la morte della prima moglie Piccolomo fu condannato per omicidio colposo, «ma la verità su quanto accaduto non è mai saltata fuori».

Adesso si attendo gli esiti della comparazione del Dna di Piccolomo con quello ricavato dalle tracce biologiche trovate sul corpo di Lidia Macchi, «ma noi non abbiamo dubbi».

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