Un parcheggio a La Brughiera, «nella zona più bella di Lonate Pozzolo». E protetta da vincolo paesaggistico. Sono molteplici le pressioni degli imprenditori nei confronti del sindaco per «sfruttare al meglio» l’area intorno a Malpensa. L’obiettivo? Creare posteggi. Anche dove non si può. Grazie all’intercessione del primo cittadino. Ed è in particolare , titolare della Malpensa Parking Srl, arrestato la stessa mattina di Rivolta a fare pressioni, a dimostrare una fame tutta sua, per poter ampliare i posteggi nei dintorni dell’aeroporto.
Sangalli era stato denunciato dai carabinieri della compagnia di Busto Arsizio nell’agosto 2016 per aver posteggiato 147 auto (all’insaputa dei proprietari impegnati in viaggi di lungo periodo) nella Cava Rossetti. Denunciati, ovviamente, anche i titolari della cava che per i carabinieri erano in accordo con Sangalli stesso.
E il feeling compare anche nell’ordinanza di 116 pagine che ha portato in carcere Rivolta e fatto arrestare il fratello Fulvio (ai domiciliari), la compagna (sottoposta a obbligo di firma) e quattro imprenditori, tra i quali lo stesso Sangalli sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Sangalli infatti contatta Rivolta affinché La Brughiera a Tornavento, in società con i vertici delle ex cave Rossetti, possa essere (da lui) utilizzata come “sbocco” della sua attività di posteggio auto nelle pertinenze di Malpensa. Un posteggio da 6 mila metri quadrati in un’area di pregio.
La scusa è quella di costruire un’autofficina. Il terreno è pubblico e Sangalli chiede a Rivolta di provvedere. È il primo cittadino a dire che occorre una «garettina», da intercettazioni, e Sangalli risponde: «Io vengo ti porto tre società la TreEsse, la MGS tre offerte mi dici a quanto cazzo dobbiamo partire alti e a chi la devo far vincere. Cioè quanto devo mettere. Se poi sai partecipa qualcuno mi devi dire quanto cazzo ha messo io 5 mila euro te li posso dare».
Per gli inquirenti il primo cittadino di Lonate era a libro paga di Sangalli: dai 3 mila ai 5 mila euro al mese. «Io 5 mila – dice Sangalli a Rivolta intercettato – te li posso dare a luglio, agosto e settembre». In tutto 15 mila euro per la realizzazione di un posteggio multipiano in un’area di pregio. «La zona più bella di Lonate» dirà , responsabile (vessato da Rivolta per l’accusa) dell’ufficio tecnico lonatese giustificando così
il suo no alla richiesta stilata, per l’accusa, di proprio pugno dallo stesso primo cittadino. Sangalli, oltre ad avere a libro paga in modo fisso. «Lo teneva a sua disposizione» ha detto il pm Furno martedì scorso quando sono state eseguite le ordinanze di custodia cautelare, pagando, ad esempio, il noleggio di una Renault Clio messa a disposizione del figlio del primo cittadino, e alcune cene elettorali alle quali bizzarramente Sangalli non partecipò, come è accaduto per un convivio organizzato in un ristorante di pesce a Oleggio dove erano presenti molti esponenti di Forza Italia (partito di riferimento sia per Rivolta che per Liccati) limitandosi a prenotare e poi a saldare il conto.
E quando Rivolta di fronte all’imprenditore aveva un moto di ritrosia – «non cadiamo sulle cose piccole» – Sangalli intercettato rispondeva accomodante: «Dai sbattiti, se lo vuoi fare lo fai». Il business al quale puntava l’occhio Rivolta a quanto pare era anche (e soprattutto) quello dei parking intorno a Malpensa. Un fiorire di auto in mezzo a un’area protetta. E in questo senso il Parco del Ticino potrebbe addirittura costituirsi parte civile in un eventuale processo.