Si dice che le ideologie siano morte.
In parte è vero. E il problema è che al loro posto o ci sono il nulla e la superficialità di una società senza più voglia di crescere e di combattere, o peggio ancora troviamo la folla manzoniana, quella che segue gli istinti più bassi credendo siano idee politiche. E invece dà solo sfogo alla propria repressione.
Una volta questa “folla” la si incontrava nei bar. Oggi sui social network.
E il problema è che fanno massa, spingono, sgomitano, urlano. Vomitano veleno, cercando nemici da denigrare ed abbattere, senza neanche preoccuparsi di cercare di capire chi sia il nemico.
E la cosa peggiore è che questi bassi istinti umani, anziché cercare di limitarli, lavorando su un miglioramento del metodo di comunicazione, vengono esasperati e strumentalizzati dalle diverse forze politiche. Chi più chi meno, a destra come a sinistra, gli webeti, come li ha definiti Mentana, sono le quinte colonne del nuovo populismo. Ma ben prima di Mentana, anni fa, aveva già fatto la sua perfetta analisi Umberto Eco.
E più è basso il livello, meglio è. L’italiano è sgrammaticato? Perfetto. E non stiamo parlando dei refusi nei quali purtroppo anche noi giornalisti abbondiamo.
Parliamo proprio di mancanza di logica nell’esprimersi.
Il trionfo dell’istinto sulla ragionevolezza. Sul dialogo.
Le ideologie sono morte, e le idee politiche stanno affogando nel mare magnum della superficialità e dell’odio a comando.
E la politica, che dovrebbe invece tenere vive e portare avanti le idee, per la costruzione del bene comune, per la difesa della Patria, per la tutela dei diritti delle persone, se ne frega.
Le idee sono sempre state scomode per chi brama solo il potere. Ed oggi, in ogni parte d’Italia, vediamo colonne di “profughi” e “transfughi” della politica con la bava alla bocca.