Afil, Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, è uno dei nove cluster riconosciuti ufficialmente da Regione Lombardia insieme a Aerospazio, Agrifood, Ambienti di vita, Chimica verde, Energia, Mobilità, Scienze della vita, Smart communities.
Sono importanti i cluster per il territorio, perché catalizzatori di progetti e di risorse. Ed Afil ne è un perfetto esempio: sono 131 le imprese che aderiscono ad Afil, a cui si affiancano in un unico progetto di networking anche 13 enti di ricerca e università e 10 associazioni datoriali territoriali e di categoria del Sistema Confindustria. Fino ad oggi – è il dato emerso durante l’Assemblea del Cluster che si è tenuta ieri nella sede di Gallarate dell’Unione Industriali varesina – i progetti di ricerca e innovazione finanziati dei soci di Afil hanno un valore di 29 milioni di euro.
«Grazie alle iniziative di Afil hanno preso le mosse collaborazioni tra imprese e centri di ricerca, joint-venture, progetti finanziati. Grazie a Regione Lombardia e Afil le imprese lombarde stanno aumentando la loro capacità di proposta e di influenza ai tavoli di Bruxelles» ha affermato ieri Stefano Scaglia, Presidente Afil. E così è anche grazie alla capacità dei cluster come Afil di reinterpretare il tradizionale modello italiano del distretto industriale, che l’Italia e la Lombardia hanno cominciato a scalare le classifiche europee dei finanziamenti Ue destinati alle attività di ricerca e sviluppo delle piccole e medie imprese, in stretta sinergia con le grandi.
«Possiamo e dobbiamo, però, fare meglio» ha aggiunto Riccardo Comerio presidente di Univa: «Lo stesso Piano Nazionale della Ricerca si pone l’obiettivo di raggiungere la quota del 10% dei finanziamenti Ue di Horizon 2020. È vero che per alcune voci delle ‘call’ legate all’industria come quelle dello Spazio, delle Nanotecnologie e delle Pmi, siamo, anche grazie ai Cluster come Afil e come il Lombardia Aerospace Cluster, sopra questa soglia, ma il dato medio nazionale rimane intorno all’8%. Ben lontano dai livelli di Germania e Inghilterra (Brexit permettendo) e comunque dietro a Francia, Spagna e Olanda.
È singolare che l’Italia, il Paese in cui il modello del distretto è nato, non sia ancora in grado di cogliere, dunque le opportunità offerte ad esso dall’Europa. L’Italia in tutta la sua ricchezza di distretti industriali deve saper primeggiare».
Ed è questo proprio uno degli obiettivi di AFIL. Anche attraverso la condivisione tra tutti i soci delle best practice, come quelle offerte dal territorio del Varesotto sui fronti dell’engineering e della manifattura additiva.
Come quella proposta all’Assemblea da Whirlpool e da Tenova. «Il modello di open innovation di Whirlpool R&D, attraverso le sue applicazioni tecnologiche, impatta su circa il 10% del fatturato globale dell’azienda, ed alimenta un ecosistema di partner che trascende i confini del core business aziendale», ha spiegato Adriano Scaburri, di Whirlpool R&D, che ha presentato il progetto #Engineering@Whirlpool.
«Negli ultimi due anni abbiamo sottoposto più di 330 brevetti allo European Patent Office, molti dei quali frutto di partenariati strategici nati in seno ai tre laboratori di Whirlpool R&D basati in Italia, a Cassinetta di Biandronno: il Global Food Institute, il Global Radio-frequency Lab e il Global Material Lab».