Le insidie del talco

Johnson&Johnson ha ritirato 30000 confezioni di talco dal mercato. Quali sono le insidie della "polvere bianca"?

Nelle settimane precedenti vi sarà capitato di sentire la notizia per cui la Johnson&Johnson ha ritirato un lotto di circa 30000 confezioni di talco dal mercato e ha dichiarato che a livello globale il talco baby non verrà più venduto a decorrere dal 2023. Non per ragioni di sicurezza del prodotto stesso, ma per scelte di mercato che vedranno la produzione di un nuovo “baby powder” green a base di amido di mais.

Dall’altra parte i consumatori rimarcano il fatto che a seguito di test da parte della Food and drug administration sarebbero state riscontrate tracce di “amianto bianco” nei prodotti.

Ma cerchiamo di fare chiarezza, la purezza del talco prescinde dalla conformazione geologica della miniera di estrazione, pertanto delle contaminazioni di amianto possono essere presenti in campioni di talco. Sarà cura poi delle industrie verificarne i gradi di purezza a seconda dell’uso che se ne fa e fornire i test per certificare l’assenza di amianto da quelli per uso cosmetico.

Il talco è un filo silicato del magnesio ed è presente nelle rocce metamorfiche ed in quelle eruttive, può presentarsi in scaglie, in lamine aggregate a rosa o a stella, in piccoli cristalli e in masse compatte.

Viene utilizzato come corpo di riempimento nella produzione di plastiche e delle gomme, come patinante nelle industrie cartarie e interviene nel processo di dispersione degli inchiostri per la carta riciclata, come assorbente per i residui catramosi, nelle pitture conferisce uniformità all’asciugatura e aumenta le caratteristiche opacizzanti incrementando resistenza a corrosione e screpolatura, nell’industria ceramica abbassa le temperature di fusione e incrementa le proprietà di vetrificazione, additivato nei mangimi e nei fertilizzanti previene la formazione dei grumi, nella farmaceutica è materiale di supporto ai principi attivi nelle pillole, infine nella cosmetica è opacizzante nei fondotinta, addensante nei preparati liquidi e come polvere da bagno.

La polvere da bagno che noi conosciamo è quindi composta da talco, ovvero una polvere minerale bianca e finissima dalle caratteristiche sbiancanti, assorbenti e antitraspiranti e da acido ortoborico dall’effetto antibatterico, antimicotico e che previene e placa le irritazioni cutanee.

Lo IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha valutato il talco contaminato da amianto come cancerogeno di classe 1 e il talco puro come non cancerogeno. Ha poi giudicato possibile che l’uso di determinati prodotti contenenti il talco possa causare il cancro perineale ovarico, mentre l’esposizione elevata alle polveri di talco ha effetti polmonari quali problemi respiratori e diminuzione delle funzionalità polmonari, tosse, fibrosi.

Pertanto la presenza di amianto all’interno del talco è da evitare in quanto fortemente dannoso per la salute.

L’amianto o asbesto non è un solo minerale ma i termini si riferiscono a sei silicati fibrosi appartenenti alla famiglia degli anfiboli e dei serpentini: actinolite, armosite, antofillite, crisotilo, crocidolite e tremolite.

Anfiboli:

  • Actinolite: deriva il nome dalla parola greca Aktinos (raggio) per la particolare forma fibrosa raggiata con la quale si presenta. Nell’antichità era utilizzata ai fini ornamentali, una sua varietà compatta, la nefrite viene venduta come giada.
  • Amosite: è una varietà fibrosa della grunerite ed è costituita da una fibra lunga ed ha un colore grigio/verdiccio (noto come amianto bruno) ed è particolarmente friabile. Il nome deriva dalla sigla della miniera da cui veniva estratto (Asbestos Mines of South Africa) e veniva fortemente utilizzato come isolante acustico e termico nell’ edilizia. È considerato il secondo più nocivo rappresentante degli asbesto.
  • Antofillite: deriva il nome dalla parola latina che significa chiodo di garofano per via del colore più comune con cui si presenta. Si ritrova in aggregati fibrosi di colore grigio verde o raramente in cristalli prismatici traslucidi e dalla lucentezza vitrea che facilmente si sfaldano. Venne usato nella formazione dei pavimenti ma soprattutto nella cosmetica addizionato al talco.
  • Crocidolite: il nome che deriva da fibra ne connota le caratteristiche con cui si presenta, ossia in fibre feltrate elastiche lunghe e delicate dal colore bluastro. Nella gemmologia è nomenclato come occhio di tigre. È il cosiddetto amianto blu ed è la forma più pericolosa degli asbesto. Fortunatamente limitatamente utilizzato poiché contraddistinto da minore resistenza al calore rispetto alle altre varietà d’amianto.
  • Tremolite: il nome deriva da un errata indicazione del luogo di ritrovamento, cioè da Val Tremola e si presenta con cristalli prismatici allungati o in aggregati fibrosi e può avere colorazione variabile dal bianco al verde scuro a seconda dei quantitativi di ferro e magnesio presenti. Veniva utilizzata nella fabbricazione di prodotti in calcestruzzo, cemento, gesso e latero-gesso, in cui a questi prodotti veniva aggiunta una percentuale di fibre.

Serpentini:

  • Crisotilo: deriva il nome dalle parole greche oro e fibra. È un minerale fibroso ed è conosciuto anche come amianto bianco, le fibre sono contraddistinte da lunghezza variabile, aspetto soffice e setoso.  Per le sue proprietà fibrose, di incombustibilità e di bassa conducibilità termica è stato tra gli asbesti il più estratto e rappresenta circa il 95% di quello commercializzato. Venne fortemente usato nell’edilizia e nei trasporti, per la realizzazione delle coperture (Eternit, nome che derivava dalla resistenza quasi eterna dei suoi prodotti fibrocementizi, era il nome dell’azienda che lo usava per la realizzazione delle lastre di copertura), nei freni delle auto, nelle caldaie e nell’isolamento di tubi, caldaie e canne fumarie. A causa delle sue proprietà fisiche è l’asbesto più nocivo.

L’amianto è fortemente pericoloso quando è friabile (ovvero è facilmente disgregabile in polvere) e rilascia fibre (le cosiddette fibrille) aerodisperdenti, mentre se compatto (inserito in una matrice solida) la sua azione nociva è nulla alla completa integrità della matrice esterna e con il degrado materico esterno l’espulsione delle fibre di amianto incrementa aumentandone la pericolosità.

Ma perché i sopradescritti elementi sono tanto nocivi verso la salute umana? La risposta si evince dalla loro natura fisica: le fibre, ovvero dalla loro capacità di rilasciare fibre sottilissime nell’ambiente. Tali fibre che hanno la capacità di suddividersi in fibre longitudinali sempre più sottili possono essere facilmente inalate superando facilmente le difese dell’apparato respiratorio e depositandosi nelle parti più profonde del polmone. Queste essendo resistenti alla degradazione possono rimanere depositate per tutta la vita dell’ospite. Quale organismo esterno questo porta a fenomeni infiammatori che se persistenti possono portare a asbestosi e placche pleuriche oppure danneggiano il dna delle cellule evolvendo in mesoteliomi o tumori polmonari.

Tornando all’uso del talco per evitare o quantomeno ridurre i rischi, molte industrie ora stanno sostituendo in tutto o in parte il talco delle polveri aspersorie con creme contenenti amidi in emulsione.

Suggerisco comunque di limitare l’uso del talco sulle parti intime e soprattutto evitando di inalarlo poiché qualunque polvere che vada nei polmoni, ne limita almeno temporaneamente la funzionalità.

Vi aspetto la settimana prossima per il prossimo articolo!

Carmine Provenzano studio Eureka Equipe