C’è una cascata di riccioli biondi che sui social fa rima con la cucina bosina e porta il nome di Ombretta, il cognome di Binda, i natali di Besozzo.
«Quindi, a rigore» ride di una risata contagiosa la simpatica social-cuoca «la mia non è cucina varesina ma varesotta, e nel segno del freddo, perché sono nata il primo di gennaio».
Capricorno quindi, carattere che ama i piatti invernali di una volta, di ristoro per l’anima prima che per il cuore.
Di professione agente immobiliare, quarantacinque anni, Ombretta lavora a Varese, ma alla sera si ritira in campagna a Bogno, un paesino di mille anime, e inizia a cucinare. «Vivo con il mio cagnolino e due giorni alla settimana con la mia mamma. Non ho cuoche sopraffine in famiglia: la mia nonna materna, Sandra, milanese sfollata a Besozzo, non ha mai cucinato altro al di fuori di tre piatti: la zuppa inglese, il ragù e gli uccelletti scappati.
Non aveva accettato l’esilio e da buona milanese di una volta, di quelle che potevano permetterselo, si faceva regolarmente recapitare a casa le cose dalla gastronomia. Era una a cui piaceva viaggiare e mangiare, ma assolutamente non i fornelli. L’altra nonna, besozzese doc, cucinava solo minestrone. Mia madre, poi, era l’antitesi della cucina: lavorava tutto il giorno e non le interessavano per niente i fornelli.
Così io vivevo a minestrone della nonna e qualche volta a risotti del papà, l’unico che avesse una verve culinaria in casa. Difatti poi – ride aperto – con mia madre si sono lasciati e lui è andato a vivere dall’altra parte del mondo».
Guarda caso, il piatto forte di Ombretta è proprio il risotto: ne sforna a ripetizione sia sul suo blog sia sul gruppo Facebook di cucina del quale è mattatrice, “Varese a tavola”.
Ogni giorno uno diverso: quello al rosmarino, castagne e lardo di Colonnata è stato di gran lunga il più cliccato dell’ultima settimana. «Uso l’Acquerello, un Carnaroli invecchiato che ho scoperto per caso grazie ad un dono che mi era stato fatto tre anni fa e adesso ne ordino venti chili alla volta».
Ma la cosa particolare è che la passione di Ombretta per la cucina nasce da una sfida virtuale. «Fra che la mia infanzia non è stata di grandi cuochi, fra che ormai da adulta mangiavo sempre al ristorante o andavo di surgelati, non mi ero mai posta il problema di spadellare. Eppure, due anni fa esatti, apro il mio inseparabile computer e scopro che mio zio Walter, da poco trasferitosi in Romania, ormai in pensione, si era dedicato anima e cuore all’attività di foodblogger.
Così, un po’ per scherzo, un po’ per sfida, appassionata di internet com’ero, ho deciso di aprire un blog anch’io che mai avevo tagliato nemmeno una cipolla. E da lì la mia vita è cambiata».
Anche lo zio di Ombretta frequenta “Varese a tavola”: Walter Piona, infatti, è un fanatico della cucina romena del grande Radu Anton Roman, grande chef televisivo della “bucatarie romaneasca”, ed il suo “Un italiano in cucina a Bucarest” è seguitissimo in terra dacia. Come lui, anche Ombretta ha aperto il suo “Ricette veloci dopo lavoro” sul circuito Giallo Zafferano e ha fatto centro.
«Il titolo parla chiaro: nasce, il mio blog, per dire che si può provare a cucinare anche se si ha poco tempo e si lavora tutto il giorno. E francamente io, adesso che mi ci metto d’impegno, ci riesco e mangio finalmente bene!». Ombretta è una vera trascinatrice e anche il gruppo Facebook che anima non è mai sguarnito di idee grazie ai suoi post ed ai consigli estemporanei, corollati di bellissime foto.
Ma ce n’è una in particolare che in queste ore sta avendo tanti click: le melanzane alla parmigiana, il piatto preferito del cofondatore della “Cucina dimenticata”, da cui nasce “Varese a tavola”: il condottiero gourmet Andrea Badoglio. Ecco la sua ricetta, con un tocco di allegria e di verde che, come la Speme, Ultima Dea, fugge i sepolcri.
1/2 melanzana, 50 g di pesto di basilico, 200 ml di salsa di pomodoro basilico in foglie q.b., uno spicchio di aglio, una mozzarella. Preparazione.
Per la torretta uso usare il coppapasta: è più semplice tenerla… in piedi!
Preparo un sugo al pomodoro, mettendo in una padella olio evo, uno spicchio di aglio e la passata di pomodoro e faccio cuocere per una decina di minuti.
Nel frattempo taglio la mozzarella a fette di circa un cm e le faccio perdere acqua.
Affetto le melanzane e le lascio riposare un’ora cosparse di sale grosso perché perdano il sapore amarognolo. Dopo averle sciacquate le asciugo bene, le infarino, le friggo in olio bollente e le scolo.
Aiutandomi con il coppapasta alterno strati di melanzane, sugo e formaggio che cuocio in forno caldo a 200 °C (con funzione statica) per 5 minuti.
Le servo tiepide, adagiate sul pesto di basilico.