È da pochi giorni in libreria “Storie di confine e di contrabbando” (edizioni dEste) scritto da Sergio Scipioni con Andrea Fogarollo: quindici racconti, quindici storie di frodo sul confine varesotto con la Svizzera a cavallo tra gli anni ’60 e i primi anni ’70.
A raccontarle è Sergio Scipioni, finanziere in pensione, che in poco meno di vent’anni di attività presso la sezione ceresina della Guardia di Finanza contribuì al recupero di merci contrabbandate per un valore complessivo di oltre venti miliardi delle vecchie lire. Sergio Scipioni aveva pubblicato i suoi primi racconti sul contrabbando nel libro “Caini e spalloni”, premiato con la selezione inediti al Premio Chiara 2012.
In “Storie di confine e di contrabbando” il brusimpianese di origini laziali torna a raccontare con uno stile semplice e a tratti ironico le avventure vissute in prima persona sulle sponde del lago e sulle montagne al confine con la Svizzera. Divertenti e a volte commoventi i tanti ritratti dei contrabbandieri, gente di paese, di buon cuore, che nel dopoguerra doveva fare i conti con le difficoltà del bilancio familiare. Spesso tra finanzieri e contrabbandieri si stabiliva una sorta di affetto, nel rispetto dei ruoli, come testimoniavano anche i nomignoli che si appioppavano reciprocamente, come la Sfrusina, il Bisaccia…Davvero curiose sono le fotografie in bianco e nero e i disegni che accompagnano il testo, preziose testimonianze degli stratagemmi e dei trucchi usati dai contrabbandieri per aggirare i controlli.
Negli anni ‘60 si esportavano generi alimentari senza passare dalla dogana italiana, mentre dalla Svizzera si facevano entrare di “sfroso” soprattutto “bionde” cioè sigarette, ma anche caffè, cioccolata, dadi. Questo contrabbando definito “romantico” di lì a poco cambierà per sempre: con l’arrivo dei professionisti della criminalità e dei primi traffici importanti di merci di valore e droga, le schermaglie tra finanzieri e contrabbandieri sfoceranno in episodi sanguinosi, segnando la pagina più buia delle nostre storie di confine.
Il racconto “La Sfrusina de Brusin de là”, selezionato nella rosa dei sei candidati al Premio Internazionale Città di Como sezione “Racconti del territorio”, è una storia che Sergio Scipioni ha raccolto da una ex contrabbandiera oramai novantenne. Tra il finanziere pensionato che alleva asinelli in collina e che non ha perso il buonumore, la chiacchiera e l’inflessione laziali, e la contadina che parla solo dialetto nasce un clima di complicità: fioriscono ricordi e confidenze sui tanti momenti drammatici vissuti in tempo di guerra.
Per l’allora giovanissima barcarola, assente il marito per la guerra, due figli piccoli e i vecchi genitori a carico, non vi era nulla da mangiare. Il contrabbando le consentiva di guadagnare qualche soldo a patto di andare a prendere i sacchi di riso nel Vercellese, camminando per una settimana con l’asinello attraverso mille disavventure, per poi traghettarli oltre confine. Il destino della giovane cambia quando le viene proposto di portare in Italia la penicillina, che era introvabile…
Il libro vede come coautore Andrea Fogarollo, scrittore appassionato di storia locale, promotore degli “Aperitivi letterari al Museo”, che si tengono a Porto Ceresio tutti i sabati di luglio alle 18.30presso il Museo Etnografico.n
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