Ci sono marchi facilmente riconoscibili da tutti: un rapido sguardo al loro logo, un accenno del jingle della loro pubblicità, un sorriso del loro testimonial, sono tutti stratagemmi studiati dai grandi marchi per lasciare impresso nel consumatore il loro brand.
Un tempo la pubblicità veniva fatta sui cartelloni pubblicitari, negli spot in tv: oggi, nell’era digitale anche i canali del marketing stanno cambiando.
«Siamo in una fase di cambiamento – spiega Sergio Tonfi, docente di Comunicazione aziendale alla Liuc – e, come accade in ogni ambito, anche in questa fase ci sono i pionieri e quelli che arrivano dopo, ma di certo i canali più tradizionali hanno perso la loro dominanza. O meglio, anche loro si sono evoluti verso l’era digitale».
Guardiamo ad esempio la televisione: «Oggi possiamo vederla anche su dispositivi mobili e interagire con essa».
Epocale, sottolinea Tonfi «è stato lo tsunami del web: che ha cambiato il modo di fare marketing, ma che, paradossalmente, pesa ancora il 20% negli investimenti delle aziende». Se ancora non possiamo pensare di uccidere i mezzi tradizionali «dobbiamo però pensare che questi stessi mezzi sfrutteranno sempre di più la digitalizzazione».
E proprio per spiegare il contesto attuale in cui marketing e comunicazione stanno affrontando un profondo ripensamento, la Liuc – Università Cattaneo offre ai propri studenti, questo pomeriggio alle ore 16 nella sede dell’ateneo di Castellanza, la testimonianza aziendale di cinque brand molto noti che sapranno spiegare cosa bisogna fare per essere riconosciuti “super” da clienti e consumatori.
A salire in cattedra, per raccontare le loro strategie vincenti, saranno BMW, Gruppo Campari, Fastweb, Sandoz e Vallè per un faccia a faccia fra studenti e imprese di successo di settori diversi e dal differente impatto sui consumatori.
Uno stimolo concreto per approfondire le nuove logiche del mercato e il loro impatto sulle strategie di marca: «La rivoluzione digitale – spiega ancora Tonfi – ha stravolto le regole del gioco per il marketing e il branding: per essere Superbrands, le marche più amate dai clienti e dai consumatori, oggi occorre partire dall’uso dei dati disponibili per comprenderne ancora meglio le esigenze e creare super esperienze che lascino una traccia indelebile nei loro cuori e nei loro sogni».
E chi meglio dei social network può dare ai brand questa grande opportunità: «I social network sono l’anima più avanzata e potente del marketing digitale – sottolinea Tonfi – però bisogna saperli usare in modo corretto». Il brand, per entrare in empatia col suo follower, ovvero il suo cliente o potenziale cliente «deve essere interessante, diventare rilevante e autentico, altrimenti è rischioso. Deve parlare di cose di interesse, suscitare curiosità, dare dei contenuti».
Se il brand piazza semplicemente lì i suoi video, le sue pubblicità e i suoi prodotti diventa fastidioso: «Il brand deve dare un contenuto esclusivo o, meglio ancora, un ritorno, che può essere uno sconto, una notizia in anteprima» spiega il decente di Liuc. «Oggi essere su un social network significa offrire alle aziende una grande quantità di dati, sulle nostre abitudini di consumo, sulle preferenze: ma ne siamo consapevoli e se le distanze con i brand si sono accorciate, anche noi siamo diventati più esigenti, più attenti e anche più furbi»