Gli esempi negativi non mancano e sono purtroppo molto recenti (leggi Ramon Galloway e Jevohn Shepherd), quelli positivi neppure, anche se più frequenti lontano da Varese dove l’ultima “pescata” degna di nota fu Mike Green nel 2013, a scrivere il vero non certo una sorpresa visti i suoi trascorsi in massima serie con Cantù. Il supermarket A2 apre le porte e, all’alba del mercato, ci si chiede quanto sia conveniente cercare lo straniero dei sogni nel secondo campionato italiano. Con un direttore generale in pectore come Claudio Coldebella, che per tre anni ha esercitato lo stesso ruolo in seno alla Lega Nazionale Pallacanestro e possiede dunque una certa conoscenza del torneo cadetto, la domanda è tutt’altro che peregrina e ispira uno sguardo a quelli che sono stati i prodotti stranieri di una stagione attualmente arrivata alle semifinali playoff.
Cosa offre il banco? Sarebbe forse meglio chiedersi a cosa aspiri Varese, considerate le conferme del gruppo italiano rappresentato da Cavaliero, Ferrero e Campani (a cui, se davvero verrà percorsa la strada del 5+5, andranno aggiunti altri due “nostrani”) e il tentativo di non lasciarsi sfuggire le prestazioni in regia di Chris Wright e quelle in ala grande di Kristjan Kangur. Verrebbe da scrivere che siamo messi “malino”: tra le 32 squadre di serie A2 ci sono sì americani che si sono messi in luce in questa stagione, ma pochi sembrano quelli pronti per un salto di categoria che rimane molto considerevole per motivi fisici, tecnici e mentali. Tre i nomi più appetibili: Byron Allen (Roseto), Kenny Lawson (Recanati), Karvel Anderson (Imola).
Il primo è una guardia di 190 centimetri classe 1992, con un passato universitario a George Mason e due esperienze estere prima dell’approdo nell’appassionata società abruzzese. È stato il miglior realizzatore del campionato, segnando 23,2 punti di media con il 58% nel tiro da due, il 37% da tre e aggiungendo 4.5 rimbalzi per gara. A tratti realmente dominante, Allen si fa apprezzare per la capacità di “sentire” il canestro in tanti modi (divino l’arresto e tiro). Punti deboli riguardano invece la taglia fisica, molto simile a quella di un Maalik Wayns (188 cm per 91 kg Wayns, 190 cm per 88 kg Allen) e il fatto di volere spesso e volentieri la palla in mano (andrebbe bene per il gioco di Moretti?). Sarà inoltre molto ricercato sul mercato, visto che già durante l’anno ha ricevuto offerte (dalla Turchia).
Il secondo è un centro di 207 centimetri per 121 chili, che prima di raggiungere le Marche ha girato il mondo tra Israele, Corea, Spagna (classe 1998). A dispetto di altri pivot che hanno collezionato cifre più che buone nell’A2 2016 (su tutti il Taylor Smith di Trieste, impattante come pochi ma alto “solo” 198 cm per 110 kg), Lawson ha la struttura fisica per reggere i contatti del piano di sopra, benefit cui aggiunge un discreto tiro anche dalla lunga distanza (36% da tre). I numeri sono ottimi – 20.4 punti di media e 10,6 rimbalzi – ma non c’è la certezza che siano ripetibili anche in un torneo in cui i dirimpettai sono certamente più attrezzati di quelli incontrati ultimamente. Vale almeno una considerazione, però.
Il terzo è un’altra guardia di 188 centimetri per 85 chili, anche lui – quindi – non certo straripante come taglia fisica. Classe 1991, Anderson – dopo gli anni universitari tra Glen Oaks Community College e R. Morris Colonials – ha esordito nei pro proprio con Imola, consolidando nella corrente stagione le ottime prestazioni viste già lo scorso anno. Nel 2016 ha trascinato i romagnoli al 4° posto con 17,8 punti di media a partita,
il 50% da due e il 41%: tiratore “seriale”, anche uomo squadra, un massimo di 45 punti contro Roseto, è stato cercato da diverse squadre di serie A a stagione in corso. È bonsai, ma sarebbe da valutare. No, invece, ad altri atleti che si sono più o meno distinti quest’anno: dal Corbett di Treviso e Jesi (squalificato per uso di cannabis), all’ala piccola Parks di Trieste (gran atletismo ma poco tiro da fuori), all’Armwood di Chieti (assenza di movimenti sotto canestro), passando per i comunque positivi Martin (Agrigento) e Fergusson (Biella, poi Mantova e ancora Biella, dove ha comunque già firmato per il 2017).