Eugenio Finardi celebra finalmente “40 anni di musica ribelle” a Saronno. Questa sera, alle 21, il musicista da sempre simbolo di completa libertà artistica ed espressiva, può finalmente esibirsi al teatro Giuditta Pasta, dopo aver rinviato il concerto lo scorso gennaio a causa forte influenza virale.
Guru nel panorama cantautorale italiano e artista versatile e poliedrico, propone per la prima volta dal vivo l’intera scaletta dell’album “Sugo” con gli arrangiamenti originali degli anni Settanta accompagnati da una riflessione inedita sulla nascita dei brani del disco. Nel pubblico che lo segue in questo tour e lo accompagna cantando a memoria i suoi brani ci sono fan della prima ora e molti giovanissimi.
Non è, però, la semplice celebrazione di un album, ma la riscoperta di un atteggiamento, della proposta di un metodo di lavoro in studio, completamente diverso 40 anni fa e oggi.
«Ritrovare le tracce dei nastri originali di “Blitz” e di “Sugo”, uscito nel 1976 – dice Finardi – ha fatto riemergere un metodo che prima e dopo non si è più ripetuto: l’idea del collettivo, di lavorare senza comando o ordine. Ha dato vita a una musica estremamente definita. Sono stati anni importanti dal punto di vista estetico in generale, dalla moda alla musica passando per il cinema: così è nata la cultura pop». Ne è sorto un cambiamento culturale.
Era un particolare modo di vivere la musica, la fotografia d’un epoca dall’estremizzazione di ogni fenomeno sociale all’invenzione di un gruppo di ragazzi di «un modo per fare rock italiano». L’ importante era fare musica ribelle.
«Non sapevo cosa sarebbe successo dopo né sapevo che quei brani sarebbero diventati importanti per così tante persone: il successo è stato una conseguenza della musica e non un obiettivo». Per Eugenio «sarebbero da riprendere gli ideali e non ideologie di allora, per cercare insieme di superare gli sbarramenti ideologici odierni e insieme ritrovare una direzione. Quel misto di responsabilizzazione individuale e la capacità di donare e ricevere sarebbero atteggiamenti estremamente utile alla nostra contemporaneità». E mentre ha appena debuttato “Musica Ribelle” – un musical sulla testimonianza artistica, politica e umana di Eugenio Finardi – l’artista milanese continua ad aver voglia di sperimentare: «sia all’interno di “Finardi”, sia nella musica in generale come ho fatto in questi anni dal fado al rock, dal blues alla classica contemporanea».