Le promozioni fanno flop E i negozi perdono quattrini

VARESE Altro che volano per i saldi, le vendite promozionali del mese di giugno, semmai, hanno avuto l’esatto effetto contrario. Questo, nella sostanza, il risultato dell’indagine chiesta da Confesercenti all’agenzia Swg per capire il risultato della normativa introdotta lo scorso mese di giugno da Regione Lombardia che di fatto sospende il divieto di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni prima dell’inizio dei saldi.
Lo scopo era quello di rilanciare i consumi ma secondo Confesercenti il risultato è

stato al contrario l’ulteriore impoverimento del commercio, anche nella stagione dei saldi: lo dicono i dati.
A Varese la maggior parte degli esercenti (58%) dichiara di non aver notato sostanziali differenze, ma uno su quattro denuncia invece delle perdite, in linea con la fotografia scattata a Milano.
Certo sembra essere andata peggio ai colleghi del bresciano (la metà avrebbe registrato un dato negativo, affari invariati per il 43% dei negozianti e positivi solo per il rimanente 8%) e un po’ meglio ai bergamaschi (vendite aumentate nel 30% dei negozi), ma nel complesso il bilancio rimane negativo. Tanto che il 63% dei negozianti lombardi (59% a Varese e 74% a Brescia) preferirebbe che nel mese precedente i prossimi saldi invernali fossero vietate le promozioni.
«Con tutte queste promozioni abbiamo perso l’entusiasmo per il saldo», spiega Ivonne Rosa, responsabile varesina della Fism (Federazione italiana settore moda di Confesercenti). Siamo in tempo di crisi, è vero, «ma chi non ha i soldi per acquistare un capo in saldo a luglio non li ha nemmeno a giugno», avverte.
Ecco perché, anticipando le promozioni, di fatto viene sgonfiato l’interesse per i saldi «che prima ci facevano lavorare bene per un mese, ora funzionano solo la prima settimana». E anche se a giugno si vende qualcosa in più, il gioco non vale la candela: «Gli articoli in promozione permettono di guadagnare solo ai monomarca o a chi produce ciò che vende e quindi ha margini di rincaro anche sei volte superiori ai prezzi di costo, e quindi guadagna anche se vende con il 70% di sconto. Gli altri non possono sopravvivere vendendo solo in promozione», spiega.
Confesercenti in una nota ricorda polemicamente di non essere stata «nemmeno consultata dall’assessore regionale al Commercio» quando venne introdotta la norma che consentiva le promozioni nei 30 giorni prima dei saldi.
«L’associazione ha subito evidenziato le sue perplessità in merito ai contenuti del provvedimento – si legge ancora nel comunicato – Provvedimento che ha avuto una ricaduta negativa sui commercianti, come dimostrano i dati raccolti con la ricerca commissionata a Swg».
La Confesercenti quindi chiede all’assessore regionale al Commercio di convocare le associazioni di categoria «per analizzare tale ricerca e ripristinare il divieto di attivare promozioni nei 30 giorni prima dei saldi eliminando la norma regionale che doveva comunque avere carattere sperimentale».

s.bartolini

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